29 Ottobre 2025
Mimmo Jodice Fonte: X @gennaromigliore
È morto a 91 anni nella sua Napoli Mimmo Jodice, definito “uno dei più grandi fotografi di sempre”, tra i maestri dell’avanguardia italiana e internazionale. Classico e metafisico, ha dedicato oltre sessant’anni alla ricerca sul tempo e sulla memoria, lasciando un’impronta luminosa nella storia della fotografia. Il suo bianco e nero ha saputo restituire al mondo e alla sua amata città una luce eterna, capace di trasformare la realtà in visione.
Autodidatta, nato nel marzo del 1934 nel quartiere della Sanità, Jodice ha costruito un linguaggio visivo unico, in cui Napoli non è mai folcloristica ma sostanza arcaica, in dialogo continuo con l’antico. Negli anni Sessanta ha collaborato con artisti come Andy Warhol, Joseph Beuys e Sol LeWitt, contribuendo a definire l’identità artistica di un’epoca. Tra i suoi lavori più celebri restano indelebili le Vedute di Napoli e la serie Anamnesi, dedicata ai capolavori del Museo Archeologico.
Docente di fotografia all’Accademia di Belle Arti di Napoli, è stato il maestro di generazioni di giovani artisti che da lui hanno appreso la profondità dello sguardo e il rispetto per la luce. I riconoscimenti non si contano: nel 2003 il Premio Antonio Feltrinelli dell’Accademia dei Lincei, nel 2006 la laurea honoris causa in Architettura dalla Federico II, e dal 2011 il titolo di Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres conferito dal ministero della Cultura francese, dove era amatissimo.
Negli ultimi giorni il suo nome era tornato alla ribalta grazie al film Oltre il confine di Matteo Parisino, presentato alla Festa del Cinema di Roma, che lo ritrae al lavoro accanto al figlio Francesco, anch’egli affermato fotografo. Sulla sua vita resta anche il documentario di Mario Martone Un ritratto in movimento, che ne racconta la poetica visiva e umana.
Per il ministro della Cultura Alessandro Giuli, “con Mimmo Jodice scompare un maestro indiscusso della fotografia italiana e internazionale, un uomo di rara sensibilità che ha saputo raccontare con la luce l’anima nascosta delle città, dei volti, delle rovine, della memoria”. “Il suo sguardo – prosegue il ministro – era insieme antico e radicalmente moderno, capace di rendere visibile l’invisibile. La nostra amicizia, maturata durante la mia presidenza al Maxxi, era nutrita dalla comune convinzione che le arti riescano a trovare un senso compiuto quando vengono poste al servizio della società. È esattamente l’ideale che il maestro Jodice perseguì lungo l’intero arco della sua inarrivabile carriera. A sua moglie Angela e alla sua famiglia va il mio caloroso abbraccio”.
Tra i primi a ricordarlo anche l’archistar Stefano Boeri: “Con la scomparsa di Mimmo Jodice non perdiamo solo uno straordinario sguardo sul mondo ma un intero mondo in uno sguardo celeste”. Il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi ha definito la sua morte “una grave perdita per Napoli”.
Nei mesi scorsi era stata annunciata la nascita del Centro Studi Polifunzionale Mimmo Jodice dedicato ai giovani, nel Real Bosco di Capodimonte, edificio Cataneo, notizia che lo aveva profondamente rallegrato. A Capodimonte Jodice aveva già donato molte delle sue opere più importanti, tra cui Avanguardie a Napoli, Eden, La città invisibile, Transiti, e la sua stessa camera oscura.
L’ultima delle sue mostre, Napoli Metafisica, è stata allestita al Castel Nuovo, quel Maschio Angioino che domani, giovedì 30 ottobre, dalle 12 alle 16.30, ospiterà la camera ardente per volere del sindaco Manfredi e della famiglia.
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