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Siamo scesi in piazza per la Palestina, ma non perché spenderemo miliardi in armi in nome dell’Europa

Le piazze affollatissime per la Palestina sono state un segno per dire che Gaza era l’asticella di disumanità vergognosamente superata

18 Ottobre 2025

Manifestazioni Pro-Pal, ricordiamo al governo che siamo scesi in piazza per Gaza, non perché spenderemo miliardi in armi in nome dell’Europa

Manifestazione pro-Pal Fonte: Ansa

Le piazze mi piacciono. Sono un brivido di “sovranità popolare” in queste democrazie malate, asfittiche. Le piazze sono importanti. Per questo c’è sempre qualcuno che le riesce a rovinare per la gioia del Manovratore che così potrà concentrarsi sugli scontri.

Le piazze affollatissime per la Palestina sono state un segno per dire che Gaza era l’asticella di disumanità vergognosamente superata; era come dire con Cicerone “Fino a quando abuserai della nostra pazienza”: lui indicava Catilina che insisteva con la sua arroganza nonostante le malefatte fossero ormai state scoperte, la piazza indicava Netanyahu e chi ne reggeva il malefico gioco.

Non mi interessa sondare se quelle piazze siano state importanti per la fine della guerra, anche perché so che quella mediazione è il combinato disposto di interessi molto più corposi e di scenari assai più articolati. Però quelle piazze c’erano, quel popolo c’era.

Domando: se Gaza era il simbolo di una ingiustizia da superare, perché restiamo inermi di fronte ad una Europa che vuole spendere 6800 miliardi in dieci anni per armarsi e garantire la pace, tra “muri di droni” e intelligenza artificiale al servizio del Bene. Torno a dire: fino a quando a Bruxelles abuseranno della nostra pazienza, della nostra mitezza e anche della nostra illusione? Ma è mai possibile che ci vogliono far ingurgitare un esercito europeo che poi europeo non sarà perché ognuno degli Stati spende e si indebita per sé? Ma è mai possibile che questa cosa accade senza che il popolo possa dire beh, e se ti permetti di dire che abbiamo un livello di servizi pubblici indegno rispetto alle tasse che paghiamo, ci ribattono che siamo populisti viziati e che siamo in guerra?

No, non siamo in guerra con nessuno! Quindi esigiamo che quei miliardi siano investiti per la sanità, la formazione, l’impresa vera, il piano case, il trasporto pubblico locale, la conservazione del patrimonio culturale italiano. Miliardi in armi mentre si svuotano i piccoli comuni (che verranno riempiti da cinesi, africani, musulmani); miliardi in armi e nessun grande piano a sostegno dei redditi.

Centinaia di miliardi in armi: chi lo decide, l’Europa? Beh, l’Europa sta decidendo senza la legittimazione dei popoli; e poi vanno a fare la morale a Putin, a Xi Jinping, a Erdogan e agli autocrati! Oppure lo hanno deciso i governi nazionali? In questo caso la Meloni lo deve dire a chiare lettere: i miliardi per fabbricare missili e armamenti ci sono e finiscono nelle tasche di poche big company; i miliardi per il sostegno ai cittadini invece sono pochi e ve li dovete spartire, pure con un po’ di immaginazione.

Provo imbarazzo nel vedere un governo che si riempie la bocca di “sovranismo” e “italianità” quando è in perfetta continuità con i modelli Monti e Draghi o Letta e Gentiloni. E provo autentico schifo a pensare al centrosinistra e a come ci ha venduti a Bruxelles: maledetti! E ora fanno le verginelle.

L’Europa chiede di fare i compiti a casa e noi li facciamo “perché ce lo chiedono i mercati”. Siamo allegri come delle Vispe Terese perché la Francia adesso è in crisi mentre noi abbiamo raggiunto quegli stupidi pareggi di bilancio che nelle campagne elettorali precedenti erano considerati una follia.

Delle due l’una: o chiedete al popolo cosa ne pensa rispetto alle spese militari (visto che la pace è di tutti, no?) o dichiariamo guerra alla Russia, andando in televisione a dire: cari cittadini, i vostri figli passano dai programmi Erasmus alle trincee. Invece la classe dirigente europea non ha nemmeno il coraggio di fare un discorso in piazza o in televisione sulla enormità di armi su cui abbiamo impegnato il bilancio in discussione e quelli futuri. Ma vi sembra normale che prima distruggono una società (perché per colpa dell’Europa e dei cretini che ci sono andati dietro abbiamo distrutto il ceto medio, ora se ne accorgono anche in Francia) al grido “Lo dobbiamo fare per le future generazioni” e ora si impegnano per 6mila 800 miliardi in dieci anni per armarsi? Le future generazioni che fine fanno?

Ecco perché mi domando: quelle folle oceaniche che abbiamo visto per la Palestina, perché non si animano per tali schifezze? Perché non ci sono le immagini di gente disperata bombardata, mi viene da pensare. Beh, la povertà in Italia è in costante aumento. La gente è tornata a impegnarsi con i Monte di Pietà e con gli strozzini. Si lavora (chi può) per stare dietro ai debiti. È che tutto questo non ce lo fanno vedere.

Di Gianluigi Paragone

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