17 Ottobre 2025
Papa Leone XIV risponde ai lettori di Piazza San Pietro, il magazine edito dalla Basilica Vaticana, diretto da Padre Enzo Fortunato.
Il numero di ottobre, dedicato ai poveri nel cuore del Papa e della Chiesa, richiama al Meeting Mondiale della Fraternità, svoltosi a Roma il 12 e 13 settembre scorso. Fraternità intesa come risposta a guerra e divisioni, così come esplicato negli approfondimenti dei protagonisti.
Il magazine si apre con la consueta sezione “dialogo con i lettori”. Il Papa risponde a Francesco, padre di quattro figli, di cui uno, Domenico Maria, scomparso a soli 13 anni. L’uomo non chiede miracoli, ma una preghiera: la sua una supplica composta, dignitosa, carica di fede e memoria, a quel figlio che «se n’è andato diciotto anni fa per una malattia improvvisa e fulminante», ma che resta nel cuore di tutti: nei compagni della squadra di calcio in cui giocava, negli amici, nella sua famiglia.
«Santità – scrive il padre – il nostro Domenico Maria era un ragazzo di promettenti speranze... Lo avevano eletto Capitano. Questa mia lettera vuole essere solo un pensiero, oltre che un ricordo... affinché Dio, nella Sua infinita bontà e misericordia di Padre, lo accolga nel regno dei cieli». Il tono è umile, colmo di amore, eppure saldo nella fede. Un grido silenzioso che cerca conforto nella Chiesa, nella preghiera.
A questa richiesta Papa Leone XIV ha inteso rispondere personalmente, con parole che vanno oltre il gesto pastorale, che si fanno eco di Vangelo: «È nostra speranza che Domenico Maria sia in Cielo con Gesù e la Madonna e interceda per la sua famiglia. Pregate per lui. Pregate con lui».
Il Pontefice ribadisce un punto centrale della fede cristiana: la comunione che non si spezza, nemmeno con la morte, rimanendo sempre connessi con il Signore. La preghiera – come lo sport autentico che Domenico Maria amava – crea legami, «e unisce per sempre», scrive Papa Leone. E così lo sport del piccolo Capitano diventa simbolo di una squadra più grande: quella della vita eterna.
Nel cuore della risposta del Santo Padre, un incoraggiamento profondo rivolto a Francesco e alla sua famiglia, e indirettamente a tutti i genitori che vivono lo stesso calvario: «La vostra vita, unita a quella di Domenico Maria, è un grande esempio per tutti i papà e le mamme che non riescono a rialzarsi dal dolore immane della perdita di un figlio».
E infine una visione teologica limpida, concreta: dal Battesimo inizia una vita che non finirà, «perché la morte non ha mai l’ultima parola».
E nel firmare la sua benedizione finale, Papa Leone assicura preghiere per Domenico Maria e per tutti i giovani che ci hanno lasciato troppo presto. Perché non restino nel silenzio, ma nella luce.
“La luce che vince la notte del dolore” è il titolo scelto da Padre Fortunato per il suo editoriale in cui esorta a credere che «nella stessa riga in cui si avverte il lacerante vuoto, si percepisce una fiducia che non cede: la certezza che quel figlio vive in Dio».
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