16 Ottobre 2025
Oggi ricorre l’82esimo anniversario della deportazione degli ebrei di Roma. Il 16 ottobre 1943 l’intera comunità, la più antica d’Europa e la più grande d’Italia insieme alla triestina, fu rastrellata dalle SS hitleriane. Due giorni dopo, le persone che la componevano (tra le 1014 e le 1024 persone) furono deportate ad Auschwitz-Birkenau: solo sedici di loro sopravvissero. Questa mattina, nella piazza adiacente al Tempio Maggiore di Roma, sono state deposte le corone di fiori dello Stato di Israele, della Comunità ebraica, della Regione e del Comune. Presenti, tra gli altri, il sindaco Roberto Gualtieri, il presidente della Comunità ebraica di Roma Victor Fadlun e il rabbino capo Riccardo Di Segni. Fadlun ha stigmatizzato la rinascita di un antisemitismo «violento, selvaggio che viviamo sulla nostra pelle». Per la comunità ebraica romana il 16 ottobre è una data che, nel corso dei decenni, ha incrociato altre vicende, in cui la storia della comunità e quella del Mossad si sono sfiorate dietro le quinte della capitale.
Il 16 ottobre 1972 il Mossad inaugurò a Roma l’“Ira di Dio”. Autorizzata dal Primo ministro israeliano Golda Meir, l’Operazione europea rispose alla strage del 5 settembre, attuata alle Olimpiadi di Monaco da un commando di Settembre Nero. Wael Zuaiter, traduttore all’ambasciata libica di Roma, fu eliminato nell’androne del suo palazzo di Piazza Annibaliano da alcuni agenti del Mossad mai identificati. L’intelligence israeliana riteneva che dietro il volto colto e diplomatico del rappresentante di Al-Fatah a Roma, e portavoce dell’Olp in Italia dal 1968, si celasse un anello della rete che aveva insanguinato Monaco. L’intermediario tra Roma e Beirut non ebbe alcun legame dimostrato con la strage tedesca. È poco noto il fatto che Zuaiter avesse buoni rapporti con il Pci romano, le cui fila annoveravano una presenza notevole di militanti ebrei. Piero Della Seta, consigliere comunale comunista a Roma dal 1956 al 1985 la cui famiglia viveva nel ghetto romano, era un buon amico di Zuaiter.
Il 16 ottobre 1978 l’arcivescovo di Cracovia Karol Wojtyla divenne Papa. Giovanni Paolo II ebbe un legame stretto con la comunità ebraica romana. Il 7 giugno 1979, Giovanni Paolo II fu il primo Papa a visitare Auschwitz-Birkenau. Il 13 aprile 1986, il suo abbraccio con il rabbino capo di Roma Elio Toaff suggellò la prima visita di un Pontefice nella sinagoga del Tempio Maggiore, nel cuore dell’antico ghetto ebraico. I primi legami diplomatici tra Vaticano e Israele sono ufficialmente inaugurati dal suo papato, il 30 dicembre 1993. E il 26 marzo del 2000, Wojtyla si recò ufficialmente in Terra Santa, nel corso del Pellegrinaggio Giubilare. Per il Mossad, la destabilizzazione pacifica dell’Est attuata dal papa poteva ridurre la pressione sovietica sui Paesi arabi. Nell’aprile 2000, subito dopo il viaggio in Terra Santa, il Mossad avvertì le autorità italiane che estremisti islamici avrebbero potuto colpire il Papa, per sabotare il processo di pace in Medio Oriente; la polizia italiana posizionò i metal detector intorno a Piazza San Pietro. Giovanni Paolo II morì il 2 aprile 2005. Persone e ambienti legate al Mossad espressero il loro cordoglio, tra cui il Simon Wiesenthal Center (Swc). Tra le più grandi organizzazioni internazionali ebraiche, il Centro si espresse a favore della canonizzazione di Giovanni Paolo II, avvenuta il 27 aprile 2014. L’Swc fu fondato dall’omonimo cacciatore di nazisti Simon Wiesenthal, collegato al Mossad fin dai tempi della cattura del gerarca SS Adolf Eichmann a Buenos Aires.
Il 16 ottobre ha un peso speciale nella storia del Mossad. Quel giorno del 2002 il Presidente Usa George Bush approva la “Risoluzione Iraq”. Si aprono le ostilità contro Saddam Hussein, sospettato di voler usare velocemente armi di distruzione di massa. Il Mossad sa che la realtà è diversa… Ma questa è un’altra storia.
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