15 Ottobre 2025
Centenario del Sim Fonte: Governo
Per l’Italia, il 15 ottobre 2025 non è una data come le altre. Segna un secolo esatto dalla nascita del primo servizio segreto italiano: il Servizio informazioni militare (Sim). Istituito nel 1925 dal Re Vittorio Emanuele III e dal Primo ministro Benito Mussolini, il Sim unificò le attività d’intelligence di Esercito, Marina e Aeronautica in difesa della sicurezza dello Stato. Per celebrare la ricorrenza sono stati realizzati un francobollo con gli stemmi dei Servizi attuali, emesso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, e una moneta commemorativa da 5 euro in argento emessa dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (creata dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato). La medaglia reca incisi da un lato il secolo di azione in “silenzio operoso” e dall’altro la sede dell’Aise. Il centenario è un monito: l’intelligence deve operare nell’ombra, ma per far fronte alle nuove sfide e minacce.
La nascita del Sim avviò un percorso difficile, con cui l’Italia ha imparato che l’informazione può valere anche più delle armi classiche. Solo nel 1949 infatti, con la creazione del Servizio Informazioni Forze Armate (Sifar), l’Italia ritrovò un Servizio unificato. Nel 1965 il Sid (Servizio Informazioni Difesa) sostituì il Sifar: l’Italia stava per affrontare la fase più sanguinosa della Guerra fredda. Nell’ottobre 1977, alla vigilia del sequestro Moro, il Sid è sostituito dal Servizio per le informazioni e la sicurezza militare (Sismi, responsabile della sicurezza esterna) e dal Sisde, il Servizio per le informazioni e la sicurezza democratica adibito alla Sicurezza interna. Per coordinare Sismi e Sisde nacque il Comitato esecutivo per i servizi di informazione e sicurezza (Cesis). I rimescolamenti nei Servizi italiani rispecchiavano le tensioni della Guerra fredda, che trasformò il Paese in un crocevia dello scontro Est-Ovest. Ma le ombre di Yalta non possono nascondere i nomi dei caduti nell’intelligence italiana: da Anano Borreo a Nicola Calipari, da Lorenzo D’Auria a Pietro Colazzo l’elenco è lungo. I limiti della disciplina sul segreto di Stato motivarono l’ultima grande riforma: nel 2007 l’Aisi (Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna), l’Aise (Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna) e il Dis (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza) sostituiscono Sismi, Sisde e Cesis. Il Presidente del Consiglio è il responsabile politico del settore.
Oggi, all’evento celebrativo romano di Palazzo Dante, sono intervenuti il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Alfredo Mantovano, il Direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza Vittorio Rizzi, il Presidente dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato Paolo Perrone e il responsabile filatelia di Poste Italiane Giovanni Machetti. Presenti anche il Sottosegretario del Mimit Fausta Bergamotto, il Direttore dell’Aise Giovanni Caravelli, dell’Aisi Bruno Valensise, i membri del Copasir e i rappresentanti delle Forze Armate e di Polizia. Particolarmente significativo, tra gli altri, l’intervento del direttore del Dis. Rizzi ha indicato ai nostri servizi segreti la bussola operativa, definendo l’intelligence “coscienza informata dello Stato”. È una prospettiva per cui l’intelligence non si limita a rispondere agli eventi, ma li anticipa per affrontare i nuovi teatri operativi: cyberspazio, spazio extraatmosferico, dominio cognitivo, minacce economico-finanziarie e intelligenza artificiale. In occasione del centenario di fondazione, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto al Quirinale una rappresentanza dell'Intelligence italiana formata da Mantovano, Rizzi, Caravelli e Valensise.
Di Roberto Valtolina
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