15 Ottobre 2025
Venezia, 15 ott. (askanews) - L'Egitto, il Mediterraneo, il Medio Oriente: il Museo Fortuny di Venezia dedica una mostra ad Antonio Beato, protagonista e pioniere, insieme al fratello Felice, della fotografia di viaggio nell'Ottocento. Un percorso di andata e ritorno dentro i luoghi della storia, fissati in immagini che oggi appaiono ancora più forti e che dialogano con quelle di Fortuny.
"Un grande viaggio - ha detto ad askanews Elisabetta Barisoni, dirigente responsabile del Museo - che Mariano Fortuny e sua moglie fecero quasi un secolo dopo i fratelli Felice Antonio Beato, e anche un viaggio attraverso i nostri archivi, la ricchezza degli archivi delle Collezioni civiche, la ricchezza di queste fotografie che ancora ci parlano molto dell'antico, della scoperta archeologica e anche, purtroppo, della cogente contemporaneità".
Antonio Beato è stato uno dei primi fotografi europei a stabilirsi in modo permanente in Medio Oriente. Il suo lavoro, in particolare sull'Egitto, si colloca tra il 1860 e il 1880. "La mostra - ha aggiunto Marco Ferrari, docente e co-curatore - è una mostra di fotografia, ma non proprio solo di fotografia. Abbiamo cercato di mettere insieme questo racconto straordinario delle foto di Antonio Beato, fin dal percorso della sua formazione, all'interno di uno scenario più ampio. Quindi abbiamo tentato di dare una maggiore complessità storica, culturale e politica a questo sguardo fotografico che Beato ci propone".
Insieme alle immagini di altri autori e in relazione a quelle successive di Fortuny, le fotografie di Beato tracciano una storia che oggi possiamo chiaramente riconoscere come sentimentale, ma anche politica, storica e del costume. "Ci mostra un palinsesto di immagini, di culture diverse - ha concluso Joao Magalh es Rocha, docente a Evora e anche lui curatore della mostra -. Anche di Mariano Fortuny nei molti album di viaggio che ha fatto con la sua moglie nel 1938 su Nilo, però Mariano aveva una mente come un atlante, lui raccoglieva immagini e dopo lavorava sui disegni, tessuti, scenografie. Invece le fotografie di Antonio e di Felice Beato sono fotografie di architetti, con molto più tempo, più pensate, più riflettute, anche un po' teatrali, perché si trovano dei motivi tecnici, come le persone che possono ampliare la profondità di campo, le ombre, eccetera".
La mostra "Antonio Beato - Ritorno a Venezia", aperta al pubblico fino al 12 gennaio 2026, presenta stampe originali che provengono da importanti istituzioni internazionali, come gli Archivi Alinari, la Fondazione di Venezia e il Museo Egizio di Torino.
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