Un fortissimo boato ha squarciato l’alba di ieri di Castel d’Azzano, nel Veronese, dove tre carabinieri hanno perso la vita durante una perquisizione ordinata dalla Procura di Verona. L’esplosione, ripresa in un video dagli operatori sul posto, è avvenuta pochi minuti dopo l’arrivo delle forze dell’ordine al casolare dei fratelli Ramponi, già noti per comportamenti violenti e minacce durante precedenti tentativi di sgombero.
Secondo le prime ricostruzioni, l’abitazione sarebbe stata saturata di gas dai fratelli, provocando una deflagrazione devastante che ha distrutto completamente la struttura. Sul tetto sono state rinvenute due bottiglie molotov intatte, mentre altre sarebbero esplose durante l’incendio. Nell’area sono state trovate anche bombole di gas rotte o vuotate, segno di un’azione premeditata.
Il bilancio è drammatico: tre carabinieri morti, 27 feriti tra militari e civili, e 25 persone trasportate negli ospedali della provincia di Verona, tra cui Borgo Trento, Borgo Roma, Negrar e Villafranca.
Le forze dell’ordine, subito intervenute con un dispositivo di oltre cento uomini, hanno bloccato i fratelli Dino e Franco Ramponi, ora indagati per strage. La Procura di Verona, guidata da Raffaele Tito, coordina le indagini per chiarire le dinamiche esatte dell’esplosione e le responsabilità dei sospettati.
I funerali di Stato per i tre militari saranno celebrati nella Basilica di Santa Giustina a Padova, al termine degli esami autoptici sui corpi. L’intera Arma dei Carabinieri e le istituzioni si preparano a rendere omaggio ai caduti “nell’adempimento del dovere”.