15 Ottobre 2025
"Non si gioca contro chi rappresenta uno Stato genocida e di apartheid come Israele". Ieri, 14 ottobre, almeno 10mila manifestanti si sono riversati nelle strade di Udine per condannare la partita Italia-Israele giocata nello stadio Friuli.
La manifestazione pro-Palestina, organizzata dal Comitato per la Palestina Udine, dalla Comunità palestinese FVG e Veneto e da altri comitati, ha visto la netta partecipazione di oltre 5mila dimostranti e più di 350 tra associazioni, sindacati e partiti. Al centro della protesta un grido chiaro di stigmatizzazione: via Israele dalla Fifa e piena contrarietà al match Italia-Israele giocato ieri, dalle 20.45, per le qualificazioni ai mondiali 2026. Una partita conclusasi favorevolmente per l'Italia, che ha battuto lo sfidante con un 3-0 aggiudicandosi i play off. Ma fuori dallo stadio Friuli, le proteste - partite da Borgo Stazione già alle 17.30 e confluite in piazza Primo maggio, sono degenerate in violenti scontri contro le forze dell'ordine, già da giorni preparate alla messa in sicurezza della zona. Il corteo ha sventolato bandiere palestinesi, aperto da una statua alta tre metri raffigurante la giustizia, con in mano un cartellino rosso a simboleggiare l'espulsione di Israele dalla competizione sportiva. Dopo un inizio pacifico, in piazza Primo Maggio, un centinaio di manifestanti ha cercato di sfondare il cordone di polizia per raggiungere lo stadio: oltre un'ora di scontri durante cui i dimostranti hanno lanciato sassi, petardi, fumogeni, pezzi di alberi, bombe carta. Dura la risposta delle forze dell'ordine che hanno attivato idranti e lacrimogeni in zona viale della Vittoria. Alcuni cassonetti sono stati incendiati. Almeno 15 sono gli attivisti fermati mentre tre risultano i feriti: una giornalista, un carabiniere e un cameraman. Il cameraman, a quanto si apprende, è rimasto ferito durante il lancio dei sassi, quindi trasferito d'urgenza in ospedale per un "trauma cranico". Anche la giornalista è stata colpita da una pietra. "Il corteo è stato pacifico e civile - ha dichiarato il sindaco Alberto Felice De Toni -, ma al termine alcuni, che non c'entrano nulla con l'organizzazione e con i valori che l'animavano, hanno rovinato una giornata che poteva e doveva essere completamente diversa. Condanniamo con forza la violenza e i danneggiamenti che hanno attraversato la città".
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