04 Dicembre 2025
Momenti di tensione questa mattina a Genova durante il corteo dello sciopero generale dei metalmeccanici per la vertenza ex Ilva. Davanti alla Prefettura, alcuni manifestanti hanno agganciato un cavo d’acciaio a una delle grate di protezione, riuscendo a staccarla con un mezzo da lavoro; la polizia ha risposto con lacrimogeni. Un operaio Fiom è rimasto ferito alla testa a causa di un fumogeno. Intanto il sindaco Silvia Salis ha annunciato che domani incontrerà il ministro Urso: "Chiederò risposte chiare sul futuro degli stabilimenti".
Il corteo, partito dai giardini Melis con lo striscione “Genova lotta per l’industria”, ha visto la partecipazione dei lavoratori delle principali realtà industriali liguri – Ansaldo Energia, Piaggio Aerospace, Fincantieri – oltre a quattro mezzi pesanti provenienti dallo stabilimento ex Ilva. In testa anche il sindaco Salis, che ha ribadito l’urgenza di una strategia industriale stabile: "Se non c’è un piano del governo, cosa succederà ai nostri lavoratori? Serve un impegno concreto dello Stato".
Il corteo ha raggiunto piazza Corvetto, dove l’area intorno alla Prefettura era presidiata da oltre 20 blindati. All’arrivo dei manifestanti, sono iniziati i primi lanci di fumogeni e petardi. Le griglie metalliche posizionate per impedire l’accesso sono state colpite a lungo e successivamente strappate con un mezzo industriale. Gli agenti hanno risposto con un fitto lancio di lacrimogeni, mentre alcuni pneumatici sono stati incendiati. La tensione è salita proprio mentre una delegazione sindacale chiedeva un incontro con il prefetto Cinzia Torraco. In quel frangente è rimasto ferito l’operaio Fiom, medicato sul posto. Nonostante il clima teso, il corteo ha poi proseguito verso la stazione di Genova Brignole, dove i lavoratori hanno annunciato nuove iniziative di protesta.
Nel frattempo, il sindaco Salis ha confermato la trasferta a Roma: "Domani ribadirò a Urso la necessità di un percorso certo. Non possiamo arrivare a marzo senza sapere cosa accadrà se la gara dovesse andare deserta". Dalla parte sindacale è arrivata anche la critica del segretario generale Fiom Michele De Palma, che ha accusato il governo di aver cambiato il piano industriale concordato: "Avevamo accettato un progetto con tre DRI e quattro forni elettrici, uno qui a Genova. È inaccettabile fermare gli impianti senza un’alternativa".
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