06 Ottobre 2025
Stadio Udine Fonte: Udinese
Cresce la tensione in vista della sfida Italia-Israele, in programma il 14 ottobre alla Dacia Arena di Udine. Il sindaco Alberto Felice De Toni ha chiesto ufficialmente il rinvio dell’incontro per motivi di sicurezza, ma la richiesta non è stata accolta né dalla Fifa né dalla Uefa. La partita, al momento, resta confermata, nonostante l’allerta massima e le manifestazioni pro-palestinesi che attraversano il Paese. Il Viminale lavora a un piano straordinario di sicurezza, mentre la nazionale israeliana sarà scortata in Italia da agenti del Mossad.
L’onda pro-Pal ha già sfiorato i cancelli di Coverciano e promette di invadere Udine. A 8 giorni da Italia-Israele, in programma in Friuli proprio come lo scorso anno, la tensione e la preoccupazione a livello istituzionale sono colorate di rosso. Allerta massima. Nessuno scenario è escluso, in considerazione delle manifestazioni che da molti giorni stanno riempiendo le piazze italiane. Il sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni, ha chiesto il rinvio della partita, che in seno alla Fifa non è stato neppure contemplato.
L’ipotesi di un rinvio, che ha circolato insistentemente nei corridoi della questura e della prefettura, non sembra destinata a concretizzarsi. “Al momento, si gioca”, assicurano le fonti vicine all’organizzazione. Le istituzioni locali non intendono prendere decisioni drastiche, consapevoli che un eventuale stop darebbe luogo a una valanga di ricorsi. È una vicenda che va ben oltre lo sport: una questione politica di estrema delicatezza, sulla quale il ministero dell’Interno dovrà mantenere il controllo.
Il Viminale si dice convinto di poter gestire la situazione e mira a garantire una “normalità”, seppure parziale. La scelta di Udine come sede non è casuale: una città periferica, più facile da isolare e presidiare. Il ministro Matteo Piantedosi è in contatto costante con le autorità di Tel Aviv per assicurare “un’accoglienza serena” alla nazionale israeliana, che sarà protetta sul territorio italiano da una pattuglia di agenti del Mossad, l’agenzia d’intelligence del Paese.
Nel 2024 la selezione israeliana aveva soggiornato in un noto albergo di Udine, poco distante dalla Dacia Arena. Questa volta, però, le misure saranno ben più rigide: la delegazione sarà prelevata direttamente all’aeroporto di Ronchi dei Legionari e condotta in una struttura top secret, sorvegliata 24 ore su 24 fino alla partenza. Solo allora – fanno sapere dal Viminale – “il governo potrà tirare un sospiro di sollievo”.
Le forze dell’ordine stanno predisponendo un piano di sicurezza imponente, con una doppia organizzazione e uno spiegamento di unità “mai visto in Friuli”. “Una situazione del genere per noi è una novità assoluta”, ammettono fonti della questura. Rinforzi arriveranno da tutto il Triveneto: una parte sarà dedicata al contenimento dei manifestanti, che verranno tenuti lontani dallo stadio e concentrati nel centro città; l’altra si occuperà della sicurezza della partita, con particolare attenzione anche alla Nazionale italiana.
Dell’aspetto calcistico, però, si parla poco. L’interesse per l’incontro è ai minimi storici, nonostante il suo valore nella corsa al Mondiale. Finora sono stati venduti circa 4mila biglietti, a fronte di una disponibilità 5 volte superiore, nonostante i prezzi popolari (da 14 a 50 euro). La Figc sta provando a coinvolgere scuole e associazioni sportive per riempire le tribune e dare un segnale di normalità, ma l’atmosfera resta tesa.
Le proteste contro Israele, infatti, entreranno simbolicamente anche nello stadio semivuoto. Già a settembre, durante il match d’andata a Debrecen, molti tifosi italiani avevano voltato le spalle mentre suonava l’inno israeliano. Anche se la partita si disputerà regolarmente, rischia di perdere quel senso di unità e fratellanza che la Fifa di Gianni Infantino vorrebbe trasmettere dopo aver escluso la sospensione di Israele dalle competizioni internazionali.
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