06 Ottobre 2025
“L’avvocato deve conoscere il diritto in tutte le sue manifestazioni e non può essere un giurista a metà. Tuttavia, oggi questo principio non è più sufficiente. Sappiamo infatti che, all’interno delle diverse discipline giuridiche, si sono sviluppate specializzazioni. È altrettanto vero, però, che se il giurista perde la visione filosofica complessiva del diritto, non adempie più alla sua funzione fondamentale: quella di non ledere alcuno e di dare a ciascuno il suo. Siamo orgogliosi di aver approvato di recente la legge sull’ordinamento forense, che ha accolto numerosi suggerimenti, pur sollevando legittime critiche, e ha restituito alla figura dell’avvocato una nuova dignità, autonomia e valorizzazione. Il mio unico rammarico è non essere riuscito a inserire la figura dell’avvocato in Costituzione. Speriamo di poter raggiungere un consenso trasversale su questo punto prima della fine della legislatura. La riforma costituzionale sulla separazione delle carriere che stiamo portando avanti garantisce, ancor più di prima, la distinzione dei ruoli nel processo e, di conseguenza, una rinnovata centralità alla figura dell’avvocato". Lo ha detto Carlo Nordio, Ministro della Giustizia, intervenendo al Senato alla presentazione del libro "La giustizia raccontata. Le sfide dell’avvocato tra presente e futuro" di Luca Ponti e Luca De Pauli. Il libro ripercorre passato, presente e prospettive future dell’avvocatura, raccontati attraverso lo sguardo diretto di due professionisti che, con decenni di esperienza condivisa, hanno attraversato diversi contesti e giurisdizioni. Nonostante le trasformazioni che hanno segnato la professione, resta centrale la forza dell’argomentazione e del confronto dialettico, in particolare nel diritto penale, dove è in gioco il bene più prezioso: la libertà individuale.
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