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Israel Premier Tech rinuncia a tutte le gare di ciclismo in Italia, no della squadra israeliana “per ragioni di sicurezza” dopo proteste pro-Pal

La Israel Premier-Tech ha dunque deciso di sospendere completamente la propria attività agonistica in Italia per motivi legati alla sicurezza, in un clima di forte tensione e crescenti proteste legate al genocidio a Gaza

06 Ottobre 2025

Israel Premier Tech rinuncia a tutte le gare di ciclismo in Italia, no della squadra israeliana “per ragioni di sicurezza” dopo proteste pro-Pal

Israel Premier Tech manifestazioni pro-Pal Fonte: RFI

La Israel Premier-Tech ha rinunciato a tutte le gare previste in Italia, alcune di grande rilevanza, “per ragioni di sicurezzadopo le proteste pro-Pal durante alcune gare. Il team ciclistico israeliano ha deciso di non partecipare a tutte le Classiche autunnali in Italia, che sono cominciate sabato 4 ottobre – con il Giro dell’Emilia. Competizione quest’ultima dalla quale il Comune di Bologna aveva chiesto nei giorni scorsi di escludere proprio la squadra di Tel Aviv. Non parteciperà nemmeno alla Coppa Agostoni (5 ottobre), alla Coppa Bernocchi (6 ottobre), alla Tre Valli Varesine (7 ottobre) e al Gran Piemonte (9 ottobre) e al Giro di Lombardia (11 ottobre).

Israel Premier Tech rinuncia a tutte le gare di ciclismo in Italia, no della squadra israeliana “per ragioni di sicurezza” dopo proteste pro-Pal

La Israel Premier-Tech ha dunque deciso di sospendere completamente la propria attività agonistica in Italia per motivi legati alla sicurezza, in un clima di forte tensione e crescenti proteste legate al genocidio a Gaza. Il team non sarà al via di nessuna delle classiche autunnali del calendario italiano, comprese gare di alto profilo come il Giro dell’Emilia e la Tre Valli Varesine.

A pesare sulla scelta, le manifestazioni pro-Palestina che negli ultimi giorni hanno interessato diverse città italiane. “Per ragioni di sicurezza” – hanno spiegato fonti vicine alla squadra – la dirigenza ha preferito evitare qualsiasi rischio per atleti e staff, dopo che il Comune di Bologna aveva chiesto ufficialmente di escludere la formazione israeliana dal Giro dell’Emilia.

La squadra ha comunicato inoltre la propria intenzione di non prendere parte nemmeno al Giro di Lombardia, in programma sabato 11 ottobre. Si tratta di una corsa World Tour organizzata da RCS Sport, e in questo caso la decisione dovrà essere concordata con l’UCI, poiché non è possibile revocare autonomamente la partecipazione. Nonostante non ci sia ancora un annuncio ufficiale, tutto lascia intendere che il team non sarà al via nemmeno della “Classica delle Foglie Morte”, sempre per ragioni di sicurezza.

Il ritiro dalle gare italiane arriva dopo settimane di proteste in tutta Europa e, in particolare, in Italia, dove oltre 2 milioni di persone sono scese in piazza il 3 ottobre per protestare contro il genocidio in corso a Gaza. Durante la Vuelta di Spagna, la squadra israeliana era già stata oggetto di contestazioni: “La corsa è stata teatro di manifestazioni pro Palestina, contro il genocidio a Gaza e anche contro la presenza del team israeliano nella competizione”, ricordano le cronache. In quell’occasione, l’ultima tappa era stata persino annullata dopo il blocco del circuito da parte dei manifestanti.

Il team, pur non essendo formalmente legato allo Stato di Israele, è finanziato dal miliardario canadese-israeliano Sylvan Adams e dall’imprenditore americano Ron Baron. Negli ultimi giorni, però, le pressioni si sono fatte sentire anche sul piano commerciale: la Factor Bikes, azienda che fornisce le biciclette alla squadra, avrebbe chiesto di modificare nome e simboli del team, rimuovendo ogni riferimento a Israele.

La Factor Bikes ha infatti imposto al team di cambiare denominazione e bandiera, togliendo ogni riferimento a Israele”, si legge in un comunicato riportato dai media sportivi. Dopo un lungo colloquio con lo stesso Adams, proprietario della squadra, sarebbe stato trovato un compromesso: il nome e la bandiera cambieranno, con un rebranding completo in vista della prossima stagione. Tra le ipotesi più accreditate, quella di una nuova denominazione “Factor-Premier Tech” o “Premier Tech-Factor”, che dovrebbe segnare un parziale distacco dall’identità israeliana della formazione.

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