24 Settembre 2025
Scandalo internazionale a Parma, in occasione della rassegna "Open", che in questi giorni ha tenuto banco nella città emiliana. Alcuni esponenti locali di Alleanza Verdi e Sinistra e del Movimento 5 Stelle hanno denunciato che, durante l'evento con protagonista l'ex premier israeliano Ehud Olmert, sarebbero stati schierati agenti del Mossad insieme alle forze dell'ordine italiane. I politici hanno chiesto al governo Meloni di riferire a riguardo.
Piazza Garibaldi a Parma si è trasformata in un fortino blindato in occasione del dibattito pubblico con l’ex premier israeliano Ehud Olmert, ospite della rassegna "Open" di domenica 21 settembre. La piazza è stata interamente transennata e presidiata da polizia e carabinieri, ma a suscitare polemiche è stata soprattutto la notizia della presenza di agenti del Mossad, il servizio segreto israeliano, impegnati a collaborare con le forze dell’ordine italiane nella gestione della sicurezza.
La denuncia è arrivata da Alleanza Verdi e Sinistra di Parma, che con una nota ha chiesto chiarimenti immediati al Prefetto: "È normale che un servizio segreto straniero agisca sul territorio italiano per questioni di ordine pubblico? Con quali protocolli e quali regole di ingaggio?". Avs ha definito l’episodio una lesione della sovranità nazionale e un ulteriore segnale di subordinazione del governo italiano a Israele e agli Stati Uniti.
Sulla vicenda è intervenuta anche la deputata M5S Stefania Ascari, che ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. "Non ritiene il ministro che quanto accaduto a Parma sia un vulnus gravissimo ai principi democratici?", ha domandato Ascari, chiedendo se esistano accordi bilaterali che legittimino la presenza del Mossad in eventi privi di carattere istituzionale.
Il nodo politico resta dunque doppio: da un lato la gestione securitaria di uno spazio pubblico trasformato in zona rossa per proteggere un ex premier oggi semplice cittadino israeliano; dall’altro l’ombra di un’ingerenza straniera in pieno territorio italiano. Un episodio che, per le forze politiche critiche verso l’operato del governo Meloni, dimostra ancora una volta l’allineamento a Israele, nonostante il massacro in corso a Gaza denunciato dalle Nazioni Unite e da numerose organizzazioni internazionali.
Avs ha sottolineato che la priorità non dovrebbe essere blindare piazze per difendere voci israeliane, ma pretendere la fine di un genocidio che ha causato decine di migliaia di vittime, tra cui migliaia di bambini. "Non ci serve un dibattito spettacolarizzato, ma provvedimenti urgenti per fermare l’eccidio", hanno dichiarato i portavoce.
La vicenda di Parma rischia ora di spostarsi sul piano parlamentare, con la richiesta di trasparenza su eventuali accordi con i servizi segreti israeliani e sulla capacità dello Stato italiano di difendere davvero la propria sovranità.
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