22 Settembre 2025
"L'assassino di Chiara Poggi si è seduto con l'arma in mano, aveva una relazione significativa con la vittima", è questa l'ultima ipotesi di Roberta Bruzzone, che cerca di spiegare la presenza di gocce di sangue accanto al divano.
Il delitto di Garlasco è ancora avvolto nel mistero e i punti oscuri da chiarire sono ancora tanti. La complessità della scena del crimine, le dinamiche relazionali tra vittima e presunto aggressore, le incongruenze emerse nel corso delle indagini rendono questo caso uno dei più emblematici e controversi della storia recente.
Nell’ultima puntata del programma Ore 14 Sera, condotto da Milo Infante su su Rai 2, la criminologa Roberta Bruzzone ha dato un'ulteriore lettura della scena del crimine e degli elementi emersi dalle indagini, sollevando dubbi sulla dinamica dell’aggressione e sul profilo psicologico dell’autore del delitto.
“Il soggetto tende a neutralizzare quello che fa – ha dichiarato Bruzzone - non ha una condotta razionale. Non ha alcun vantaggio a spostare il corpo dalla scala alla cantina, evidentemente sta assolvendo un bisogno psicologico personale, che entra in campo quando c’è una relazione significativa e soprattutto quando il delitto non è stato premeditato. Gesti simili sono coprire il volto della vittima, coprire la salma con un piumone, azioni volte a distanziare visivamente l’impatto della gravità di quanto commesso. Gli elementi sono piuttosto evidenti e testimoniano un aspetto centrale: Chiara conosceva il suo aggressore e con quest’ultimo aveva un rapporto piuttosto significativo dal punto di vista relazionale”.
La criminologa ha anche analizzato le gocce di sangue sotto al divano: “Queste tre gocce sotto il divano sono tutte con un angolo di impatto a 90 gradi, è impossibile che siano frutto di un’aggressione. È più compatibile con un soggetto seduto, infatti il divano è privo di tracce ematiche, che tiene in mano un oggetto che si è imbrattato in maniera non particolarmente significativa e che rilascia il sangue della vittima. La bpa di Garofano dice che è l’inizio dell’aggressione, io non sono d’accordo”.
“Se questa è l’arma del delitto che sta gocciolando sangue, come arriva in quel punto?”, ha chiesto il conduttore Milo Infante. “Se l’aggressore la tiene su di sé, ha raccolto poco sangue l’arma”, ha risposto Bruzzone, aggiungendo: “L’aggressione non può essere generata lì”.
“Cioè l’assassino a un certo punto si diede, con l’arma in mano e riflette”, ha ipotizzato Infante e Bruzzone ha risposto in modo affermativo.
Successivamente è intervenuto Dario Radaelli, legale della famiglia Poggi: “La bpa è un’indagine che si basa sull’interpretazione delle tracce ematiche. Abbiamo visto come queste interpretazioni siano oggettivamente variabili. Siamo arrivati a conclusioni diverse da quelle che sono state prospettate. Nell’incidente probatorio oggi non è emerso niente di oggettivo che ci faccia cambiare un’opinione rispetto alla realtà processuale. Secondo me la bpa fatta a suo tempo da Frattini e Garofano è un’indagine interpretativa. Anche secondo me queste tracce di sangue sotto al divano sono poco compatibili con una perdita ematica dovuta a un colpo patito dalla vittima e più compatibili con un gocciolamento”.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia