10 Settembre 2025
Sara Campanella e Stefano Argentino, fonte: telegram, @Ultimora
Gli avvocati della famiglia di Sara Campanella hanno presentato una denuncia presso la Procura di Messina nei confronti di Daniela Santoro, madre di Stefano Argentino, l’uomo che ha confessato l’omicidio della ragazza e che successivamente si è tolto la vita all’interno del carcere di Gazzi (Messina). I legali ipotizzano a carico della donna i reati di favoreggiamento e concorso morale. Alla querela sono stati allegati anche i messaggi WhatsApp scambiati tra madre e figlio, ritenuti elementi rilevanti. Secondo quanto sostenuto dagli avvocati della famiglia Campanella, dopo l’omicidio Daniela Santoro avrebbe aiutato il figlio nella fuga e nel tentativo di sottrarsi alle ricerche, fornendogli supporto logistico per nascondersi.
"In tutto questo tempo abbiamo mantenuto il silenzio, un silenzio che è stato necessario per affrontare un dolore tanto profondo, ma oggi siamo qui per chiedere giustizia per Sara". Con queste parole Maria Concetta Zaccaria, madre di Sara Campanella, ha commentato l’esito della sentenza emessa dalla Corte d’assise di Messina al termine del processo contro Stefano Argentino. "Perché Sara deve avere giustizia. Vogliamo conoscere la verità. Se ci sono responsabilità, queste devono emergere. La luce di Sara continuerà a brillare su di noi, perché lei era amore, e continuerà a donarne anche ora".
La famiglia di Stefano Argentino ha inviato una lettera di scuse alla famiglia di Sara Campanella, ma – secondo quanto riferito da Concetta La Torre, uno dei legali della famiglia Campanella – i genitori della ragazza hanno scelto di non leggerla, in quanto inviata dopo le dichiarazioni pubbliche di Daniela Santoro, che in una trasmissione televisiva aveva definito il figlio “un bravo ragazzo”. "Ora sarà la magistratura ad accertare eventuali responsabilità", ha dichiarato ancora l’avvocata La Torre. "Ma c’è un messaggio fondamentale che vogliamo trasmettere: bisogna imparare ad accettare i ‘no’. Sempre. In passato ho assistito anche le famiglie di Lorena Quaranta e Alessandra Musarra, vittime anch’esse di femminicidio. E oggi stiamo portando anche la storia di Sara all’interno delle scuole".
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