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Ho cancellato Facebook, Instagram e TikTok: non sono morto, anzi. Sono tornato a vivere davvero

Addio social, addio ansia da like: vi spiego perché sparire dai riflettori è stato il mio gesto più libero

26 Agosto 2025

Ho cancellato Facebook, Instagram e TikTok: non sono morto, anzi. Sono tornato a vivere davvero

Vi sembrerà assurdo, oltre a essere un editorialista de Il Giornale d'Italia, sono uno scrittore (se cercate su Amazon o in libreria il mio none completo, Aldo Luigi Mancusi, trovate le mie opere, ovvero romanzi, traduzioni eccetera), in quanto tale i social per me sarebbero fondamentali per promuovermi, ma ho fatto la cosa più radicale degli ultimi tempi: ho cancellato Facebook, Instagram e TikTok.

E chissene della "notorietà". Niente disattivazione temporanea, nessuna pausa spirituale da weekend detox. Li ho eliminati. Puff. Spariti.

E no, non sono morto. Anzi: sono rinato.

Pensavo sarebbe stato come togliersi l’aria dai polmoni, invece è stato più simile a togliersi un paio di scarpe strette dopo 10 anni. Ho smesso di vivere col pollice inchiodato allo schermo e la mente imbottita di vite altrui.

Niente più foto di brunch con avocado, balletti imbarazzanti, filtri che trasformano ventenni in modelle di Dubai (e cinquantenni pure). Nessuna notifica che ti ricorda che stai perdendo tempo, perché non lo sto più perdendo.

Cos’ho guadagnato? Tutto.

Tempo. Una quantità oscena di tempo. Secondo il mio telefono passavo oltre 4 ore al giorno sui social. Adesso leggo, penso, mi annoio (sì, è un bene), cammino senza filmare i miei piedi.

Attenzione. Riesco a finire un articolo senza aprire 12 app nel frattempo. Non mi viene l’impulso di fotografare ogni aperitivo come se fossi il barista ufficiale dell’apocalisse.

Relazioni vere. Quelle con persone in 3D, non follower che ti mettono il cuore e poi non sai chi siano. Parlo, guardo negli occhi, rido senza doverlo dimostrare a nessuno.

Perché conviene sparire?

Perché ogni like è una dose, ogni visual una moneta virtuale. Ma tu, nel frattempo, ti impoverisci: di tempo, di attenzione, di realtà.

E allora sì, cancellare tutto è provocatorio. Ma sapete cos’è davvero folle? Vivere per un algoritmo.

Rinunciare ai social non è isolamento, è resistenza. Non sei offline, sei fuori dal circo. E non serve nemmeno il filtro Valencia per capire che la vita, quella vera, è molto più bella non postata.

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