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La Spezia, l'uomo che ha ucciso la moglie decide di non parlare, la separazione per lui era diventata un'ossessione

Il legale di Umberto Efeso: "Era andato lui stesso dai carabinieri a segnalare che il braccialetto elettronico non funzionava". Ad aprile la donna era andata via

16 Agosto 2025

La Spezia, l'uomo che ha ucciso la moglie decide di non parlare, la separazione per lui era diventata un'ossessione

Si è avvalso della facoltà di non rispondere Umberto Efeso, il camionista di 57 anni che ieri mattina ha ucciso l'ex moglie, Tiziana Vinci, di 54 anni. Il delitto è avvenuto nella villa di un noto imprenditore della logistica spezzina, dove la donna lavorava come colf: Efeso si era costituito ai carabinieri un'ora dopo il delitto ma, interrogato dal magistrato, ha preferito avvalersi della facoltà di tacere. L’uomo è stato indagato per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione: ha precedenti penali specifici per maltrattamenti in famiglia e avrebbe ucciso la donna con un coltello a serramanico che aveva portato con sé. L'arma, abbandonata subito dopo il delitto, è stata trovata dai carabinieri. La convalida del fermo dovrebbe avvenire oggi, mentre l'autopsia sul corpo della donna non è stata ancora disposta. Il suo legale, l'avvocato Andrea Buondonno, ha incontrato il femminicida nella caserma dei carabinieri della Spezia poche ore dopo il delitto: “Mi ha detto che voleva solo parlare con lei ma che probabilmente lei non ha voluto parlare con lui ed è successo quel che è successo. Il colloquio è stato duro, Efeso non era chiaramente presente a se stesso e ha detto più volte di non ricordare nulla”. E rivela: “Nelle settimane antecedenti il fatto, è stato lo stesso Efeso ad andare dai carabinieri per segnalare che il braccialetto elettronico non funzionava. Mi chiamava ogni tanto e mi diceva che si scaricava e se ne accorgeva perché se incidentalmente incontrava la moglie il braccialetto non suonava”.

Tiziana aveva lasciato il marito appena ha capito che non era più quello l’uomo che ha sposato. Ad aprile aveva trovato il coraggio di dire basta. Pensava potesse essere un nuovo inizio, per lei ma anche per Umberto, invece era il primo passo verso la fine. Il marito non prende affatto bene quella decisione: la insulta, la minaccia. Non si mette l’animo in pace nemmeno quando lei trova riparo in un’altra abitazione, da un’amica. Anzi. E’ peggio. La segue, la tempesta di messaggi telefonici: «Farai una brutta fine, ti taglio la testa». E aggiunge: «Sei una pu...., va a fare la zoc...». «Spenderò soldi per spiarti anche di notte e prima o poi ti beccherò...il play che si permette di chiamarti gli taglio la testa». Non solo: l’uomo aveva installato un’applicazione sul suo telefono cellulare che gi consentiva di sapere in tempo reale dove fosse la moglie. Fino all'omicidio.

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