02 Agosto 2025
Vittorio Feltri, fonte: imagoeconomica
Il direttore editoriale del Giornale Vittorio Feltri è stato intervistato dal Giornale d'Italia per parlare della strage di Bologna, giunta al suo 45esimo anniversario. Una tragedia avvenuta 45 anni fa, e che causò la morte di 85 persone ed il ferimento di oltre 200 tramite l'esplosione di un ordigno posto nella sala d'aspetto di seconda classe alla stazione di Bologna. Una tragedia che nasconde ancora qualche dubbio, in particolar modo sulla matrice. La sentenza definitiva del 1995 ha condannato Valerio Fioravanti e Francesca Mambro "come appartenenti alla banda armata che ha organizzato e realizzato l'attentato di Bologna" e per aver "fatto parte del gruppo che sicuramente quell'atto aveva organizzato".
A distanza di 45 anni si continua a dibattere sulla matrice di questa tragedia, se sia o meno neofascista
"Quando ci fu la strage ero al Corriere della Sera, mi ricordo che arrivò la notizia e praticamente restammo basiti, senza parole. Si pensava che con le indagini si sarebbe riuscito a capire chi fosse stato ma la cosa non è stata affatto convincente ed è rimasto a tutti il dubbio sull'organizzazione della strage. Non me la sento di prendermela con Fioravanti e Mambro, non sono tanto convinto e poi in ogni caso quella vicenda è veramente schifosa, fare una strage di quel tipo in una stazione, è una cosa disgustosa".
Da più parti quella sentenza viene ritenuta iniqua e inquinata da pregiudizi politici
"Lo è, non ho certezze ma il sospetto viene".
Il presidente dell'associazione delle vittime Paolo Bolognesi ha chiesto a Giorgia Meloni di riconoscere la presunta matrice neofascista, lei cosa ne pensa?
"Mi convince poco la matrice neofascista anche perché in quegli anni ne succedevano di tutti i colori, il terrorismo era una cosa pazzesca, non me la sento di dire che sia stata fascista, è diventato un luogo comune dare del fascista".
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