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Inchiesta urbanistica Milano, un immobiliarista al GdI: “Magistratura ha bloccato una città, danni per centinaia di mln per operatori e acquirenti finali”

Secondo l'immobiliarista intervistato dal Giornale d'Italia, ci saranno danni di milioni di € sia per gli operatori, che per chi ha acquistato immobili. Inoltre, sarebbero in fuga tutti gli investitori, in particolare quelli esteri

17 Luglio 2025

Inchiesta urbanistica Milano, un immobiliarista al GdI: “Magistratura ha bloccato una città, danni per centinaia di mln per gli operatori”

Inchiesta Urbanistica Milano Fonte: LaPresse

Hanno fatto un casino pazzesco. Hanno bloccato la città e fatto perdere centinaia di milioni agli operatori del settore. Danni anche per gli acquirenti finali”. Così un immobiliarista milanese, intervistato da Il Giornale d’Italia, commenta le conseguenze dell’inchiesta urbanistica che scuote Milano. L’indagine della Procura, che parla di un “sistema deviato al servizio di interessi privati”, ha provocato – secondo l’imprenditore – un vero e proprio effetto domino: cantieri fermi, investitori, anche esteri (ultimi i francesi) in fuga, famiglie lasciate senza casa e intere aziende sull’orlo del fallimento.

Inchiesta urbanistica Milano, un immobiliarista al GdI: “Magistratura ha bloccato una città, danni per centinaia di mln per operatori e acquirenti finali”

Secondo la sua ricostruzione, quella della Procura è un’azione che ha colpito indistintamente tutto il comparto immobiliare, generando panico tra funzionari pubblici e incertezza tra gli investitori. “Ormai nessuno firma più niente in Comune – dice – gli impiegati hanno paura, devono pagarsi il penalista di tasca propria se vengono indagati. Il risultato? Città paralizzata, cantieri fermi, amici miei che falliscono”.

L’imprenditore non nega che in alcuni casi ci siano stati comportamenti discutibili. Parla esplicitamente di “una cazzata” nel caso del consulente di Coima, che dopo aver lavorato per la società avrebbe votato in Commissione Paesaggio: “Quello era un conflitto di interessi palese, doveva astenersi. Ma è una cagata, non un reato sistemico. E Tancredi, che conosco bene, lo reputo una persona perbene ed onesta. Difficile pensare a una corruzione”.

Ma secondo il costruttore, la magistratura ha ormai imboccato una strada senza ritorno: “Una volta che hanno fatto il polverone, ora devono per forza chiudere con uno scalpo in mano. Non possono più permettersi di dire: ci siamo sbagliati. E così ci vanno di mezzo tutti”.

Nel mirino, anche il clima di terrore che si sarebbe creato tra i dipendenti comunali e tra gli operatori di settore: “Il Comune è paralizzato. Nessuno firma più, per paura. E le banche non aspettano: gli interessi li paghi lo stesso, anche se il cantiere è fermo”.

Il costruttore denuncia anche un paradosso burocratico: “Se uno deve costruire in una zona da urbanizzare, servono permessi lunghi e costosi. Ma quei procedimenti durano 4-5 anni, non un anno e mezzo come da legge. Così qualcuno cerca scorciatoie: usa una SCIA al posto del permesso, paga meno oneri. Ma lo fa perché il sistema è ingiusto, non perché vuole rubare. E adesso – dice – pagano tutti per pochi errori”.

A pagare, però, non sarebbero solo imprese e investitori. “Chi ha comprato casa nei progetti oggi bloccati – dice ancora – è nel panico. Parliamo di famiglie, giovani coppie, persone che hanno acceso mutui e che ora vedono tutto fermo. Le banche chiedono garanzie, ma gli immobili non si consegnano. È un disastro anche sociale. E chi rimborserà questi cittadini?”.

L’immobiliarista propone una soluzione alternativa: “Si poteva fare giustizia riparativa. Multe, interessi, pagamento delle differenze. Invece hanno messo in ginocchio un’intera economia. Gli ultimi investitori erano francesi, adesso non c’è più nessuno”.

E aggiunge, concludendo: “La politica fa finta di lavorare per il bene comune, ma pensa solo alla poltronaLa magistratura fa il suo mestiere, ma senza preoccuparsi delle conseguenze. Se il sistema salta, pazienza. Devono trovare il colpevole e chiudere l’indagine. E intanto la città muore”.

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