04 Luglio 2025
Ci sono voluti 17 anni per arrivare ad archiviare la posizione degli indagati del caso Carisp-Delta, uno scandalo che aveva visto i vertici dei due gruppi finanziari accusati di riciclaggio a San Marino. Soltanto che lo scandalo non c’era, ha detto la procura di Forlì mettendo la parola fine a una vicenda che ha gettato ombre su professionisti che non avevano commesso alcun reato. Diciassette anni di indagini conclusi con un nulla di fatto, perché il processo non c’è mai stato e la stessa procura che aveva aperto il fascicolo nel 2008 ha di recente chiesto l’archiviazione, appena convalidata dal tribunale di Forlì. Al centro del caso la Cassa di Risparmio di San Marino e la società di credito al consumo Delta, di cui Carisp era socia. Tutto partì dal sequestro di un portavalori che trasportava contanti dalla filiale della Banca d’Italia di Forlì verso il Titano. Una prassi, dato che San Marino non stampa moneta. Ma i pm ipotizzarono un caso di riciclaggio. La Cassa di risparmio di San Marino presentò un esposto in Cassazione su questa vicenda subito all’inizio. E la sentenza della Cassazione fu di dire che la Cassa di risparmio aveva agito alla luce del sole. La procura decise di andare avanti lo stesso.
Ne seguirono anni di indagini, rimpalli tra corti e procure, per giungere alla parola fine solo nei giorni scorsi dopo che è stata accolta la richiesta della procura di archiviare il procedimento perché il fatto non costituisce reato. Ma la storia non ha il lieto fine perché il gruppo Delta è stato prima commissariato e dopo posto in liquidazione. Hanno perso il posto di lavoro 900 persone in modo diretto. Non solo: ci sono state gravi ripercussioni sullo stato patrimoniale di Carisp.
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