19 Maggio 2025
Chamila Wijesuriya, la barista 50enne dell’Hotel Berna, originaria dello Sri Lanka e da anni residente in Italia, sarebbe morta strangolata a mani nude da Emanuele De Maria. È quanto emerge dai primi risultati dell’autopsia eseguita sul corpo della donna, ritrovata senza vita lo scorso 11 maggio nel Parco Nord di Milano. Inoltre, alla donna sono state ritrovate foglie in bocca che sarebbero parte di un probabile “rituale”. Le coltellate sul corpo della vittima, invece, sarebbero state inferte post mortem.
Secondo quanto trapelato dalle indagini condotte dal pm Francesco De Tommasi, in collaborazione con polizia e carabinieri, De Maria avrebbe ucciso Chamila tra il 9 e l’11 maggio. Dopo l’omicidio, avrebbe tentato di colpire un altro collega con un coltello e infine si sarebbe tolto la vita lanciandosi da una terrazza del Duomo.
L’autopsia ha rivelato che le ferite da taglio alla gola e ai polsi della donna non sono state la causa della morte e potrebbero essere state inferte post mortem. Un elemento che avvalora l’ipotesi di un gesto premeditato e potenzialmente rituale: nella bocca della vittima sono state infatti trovate delle foglie, dettaglio che ha spinto gli inquirenti a confrontare le modalità dell’omicidio con un precedente femminicidio commesso da De Maria nel 2016.
L’inchiesta sta mettendo in luce un inquietante quadro di ossessione e violenza psicologica. Secondo una collega ascoltata come testimone, De Maria avrebbe più volte minacciato Chamila, con cui aveva instaurato un rapporto segnato da possessività e ossessione. La donna, raccontano, viveva nella paura costante di essere uccisa. L’uomo le avrebbe chiesto denaro, minacciandola persino di diffondere video intimi.
Non risulta però che il datore di lavoro fosse a conoscenza di tali episodi, e ciò solleva interrogativi sul sistema di comunicazione tra ambienti lavorativi e istituti penitenziari, specialmente in contesti di reinserimento sociale. L’inchiesta sta infatti verificando se vi siano state sottovalutazioni o omissioni nei report redatti da psicologi ed educatori del carcere.
Nei prossimi giorni saranno resi noti anche i risultati degli esami tossicologici su De Maria, che dovranno chiarire se fosse sotto l’effetto di droghe al momento dell’omicidio.
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