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I gioielli dei Savoia sono dello Stato e valgono 300 milioni di euro

Gli ex Reali hanno perso la causa e il tesoro rimaner nelle casse di Bankitalia

16 Maggio 2025

I gioielli dei Savoia sono dello Stato e valgono 300 milioni di euro

Indietro Savoia. Il Tribunale civile di Roma ha respinto la richiesta avanzata dai discendenti di Casa Savoia per ottenere il riconoscimento della proprietà dei gioielli custoditi presso la Banca d’Italia. La sentenza stabilisce che i preziosi, depositati il 5 giugno 1946, tre giorni dopo il referendum istituzionale che sancì la nascita della Repubblica, non sono beni personali, ma “gioie di dotazione della Corona”, dunque di pertinenza dello Stato. Il valore stimato del tesoro è di circa 300 milioni di euro, ma in realtà è difficile da calcolare. La battaglia legale era iniziata nel 2022, quando Vittorio Emanuele, Maria Pia, Maria Gabriella e Maria Beatrice di Savoia avevano citato in giudizio la Banca d’Italia, la Presidenza del Consiglio dei ministri e il Ministero dell’Economia, dopo un primo rifiuto formale ricevuto nel 2021. Il tribunale non solo ha dato ragione allo Stato, ma ha giudicato “manifestamente infondata” anche la questione di legittimità costituzionale sollevata dagli ex reali, rigettando la richiesta di rinvio alla Corte di giustizia. Secondo le ricostruzioni della stampa, il tesoro conteso è custodito da quasi 80 anni in una cassaforte della sede centrale di via Nazionale della Banca d’Italia. Il contenuto è di: oltre 6.700 brillanti; 2.000 perle di diverse dimensioni; per un totale di circa 2.000 carati. I Savoia avevano avviato la causa sostenendo che i gioielli non fossero della Corona, ma parte del patrimonio personale di famiglia, accumulato attraverso doni e acquisti privati. Il verbale del 1946 descriveva: “Le gioie di dotazione della Corona del Regno d’Italia”. Una formula sufficiente per il giudice della seconda sezione civile del Tribunale di Roma a confermare la proprietà pubblica. Il caso è quindi considerato chiuso. Nessuna delle rivendicazioni dei Savoia è stata accolta e mentre la questione giuridica è archiviata, resta aperta quella culturale.

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