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Evaso suicida a Milano, pm Francesco De Tommasi: “De Maria aveva pianificato di uccidere”, al vaglio del ministero della Giustizia permesso di lavoro

Il Ministero della Giustizia ha aperto un fascicolo interno per verificare tutte le fasi che hanno portato alla concessione dei benefici carcerari a De Maria, già condannato per omicidio

12 Maggio 2025

Emanuele De Maria

Fonte: X @VinceIT

Emanuele De Maria, il 35enne evaso dal carcere di Bollate che ha accoltellato il suo collega 50enne Hani Fouad Abdelghaffar Nasr e probabile responsabile della morte di Chamila Wijesuriya, si è tolto la vita gettandosi dalle terrazze del Duomo di Milano. Il suo permesso di lavoro esterno è ora al vaglio del Ministero della Giustizia. Per il pm De Tommasi “De Maria aveva pianificato di uccidere”.

Al vaglio del ministero della Giustizia permesso di lavoro di Emanuele De Maria, pm: “Aveva pianificato di uccidere”

De Maria, detenuto per l’omicidio di Oumaima Rache, una ragazza tunisina di 23 anni uccisa a Castel Volturno nel 2016, era ricercato da sabato all’alba per il tentato omicidio di un collega 51enne fuori dall’Hotel Berna di Milano, dove entrambi lavoravano. Sempre sabato, era scomparsa un’altra dipendente dell’albergo, Chamila Wijesuriya, 50 anni, trovata poi morta domenica in un’area boschiva del Parco Nord, con una profonda ferita alla gola. Secondo la ricostruzione della Procura, De Maria avrebbe pianificato entrambi gli omicidi.

De Maria aveva pianificato di uccidere”, è l’ipotesi investigativa delineata dal pubblico ministero di Milano, Francesco De Tommasi, che ha disposto l’autopsia e accertamenti tossicologici sul corpo del 35enne per verificare l’eventuale uso di sostanze stupefacenti. L’accusa è duplice: omicidio e tentato omicidio, entrambi premeditati.

In queste ore gli inquirenti lavorano per ricostruire gli spostamenti dell’uomo nelle 48 ore precedenti alla sua morte, con particolare attenzione ai periodi in cui è scomparso dalle celle telefoniche e dalle telecamere di sorveglianza. Si indaga anche su eventuali contatti avuti con conoscenti o ignari ospitanti.

La tragedia ha riacceso il dibattito sulla gestione dei permessi penitenziari. Duro il commento del sindaco di Milano, Giuseppe Sala: “Indubbiamente è difficile da spiegare ai cittadini come, dopo un omicidio, la condanna sia di 14 anni e dopo non molti anni il condannato possa uscire. Queste sono le leggi, per cui non saprei neanche che commento fare. Certamente è una questione”, ha detto Sala, aggiungendo: “una faccenda molto cruenta, capisco lo sgomento”.

Dal governo è intervenuto anche il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro: "Cercheremo, per quanto possibile, di fare approfondimenti su una scelta che non dipende certamente dall'Amministrazione penitenziaria”. E ancora: "Cercheremo di capire come sia potuto accadere che venisse giudicato, evidentemente, non pericoloso socialmente", precisando che l’autorizzazione al lavoro esterno è una "scelta della magistratura".

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