11 Maggio 2025
La fuga di Emanuele De Maria, 35enne napoletano, che ieri ha accoltellato il collega egiziano Hani Fouad Abdelghaffar Nasr si è interrotta dopo essersi gettato da una terrazza del Duomo, schiantandosi sul sagrato dopo un volo di decine di metri. Inutili i soccorsi del 118: all’arrivo dei sanitari, per lui non c’era già più nulla da fare. L’uomo è stato riconosciuto dai tatuaggi.
De Maria era in permesso di lavoro dal carcere di Bollate e impiegato all’Hotel Berna, in zona Centrale. Venerdì avrebbe aggredito e accoltellato un collega, il 50enne egiziano Hani Fouad Abdelghaffar Nasr, che si trova attualmente fuori pericolo. Ma su di lui pesava anche un sospetto ancora più grave: la possibile responsabilità nella scomparsa di un’altra collega, la 50enne italo-singalese Chamila Arachchilage Dona Wijesuriya, che da venerdì pomeriggio aveva fatto perdere ogni traccia, ma che è stata ritrovata morta all'interno del Parco Nord. La donna, residente a Cinisello Balsamo con il marito e il figlio, sarebbe stata vista l’ultima volta proprio in compagnia di De Maria vicino a casa sua. Il suo cellulare era stato ritrovato in un cestino della metropolitana, alla stazione Bignami.
Secondo le prime ricostruzioni, De Maria avrebbe raggiunto una terrazza panoramica del Duomo, per poi lanciarsi nel vuoto. La sua identità è stata confermata grazie a distintivi tatuaggi sulle braccia, in particolare una scritta in latino, e a una fotocopia di un documento d’identità rinvenuta nella tasca dei suoi pantaloni.
L’episodio ha destato sconcerto tra i turisti e i cittadini presenti in piazza. Immediato l’intervento delle forze dell’ordine, che già da giorni erano impegnate nella caccia all’uomo. L’ipotesi più probabile è che De Maria si sia tolto la vita per sfuggire alla pressione delle indagini, che si stavano stringendo attorno a lui.
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