03 Maggio 2025
Fonte: Imagoeconomica
In occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa, Reporter Senza Frontiere (Rsf) ha pubblicato l’annuale classifica globale sulla libertà di informazione, e il quadro che ne emerge è allarmante: la libertà di stampa nel mondo è al minimo storico. L’Italia non fa eccezione, anzi: per il 2025, il nostro Paese scivola al 49° posto, in calo di 3 posizioni rispetto al 2024, segnando “il risultato più grave in Europa Occidentale”. L'Italia si posiziona alle spalle di Tonga, Belize e Caraibi.
Secondo Rsf, la libertà dei giornalisti italiani “continua a essere minacciata dalle organizzazioni mafiose, in particolare nel sud del Paese, nonché da diversi piccoli gruppi estremisti violenti”. Inoltre, i reporter italiani “denunciano anche i tentativi dei politici di ostacolare la loro libertà di occuparsi di casi giudiziari attraverso una 'legge bavaglio' che si aggiunge alle procedure SLAPP (azioni legali finalizzate a bloccare la partecipazione alla vita pubblica, ndr), una prassi comune in Italia”.
Una situazione che, come spiega Rsf, si inserisce in un contesto globale sempre più critico. “Quella fotografata da Reporter Senza Frontiere per il 2025 è una situazione globale difficile”, si legge nel rapporto. “Gli attacchi fisici contro i giornalisti sono le violazioni più visibili della libertà di stampa”, ma a pesare sono anche le pressioni economiche: “la concentrazione della proprietà, la pressione degli inserzionisti e dei finanziatori, e un sostegno pubblico limitato, assente o distribuito in modo poco chiaro”.
A livello mondiale, i dati parlano chiaro: in 160 su 180 Paesi analizzati, i media raggiungono la stabilità finanziaria “con difficoltà” o “per niente”. Il risultato è una vera e propria emorragia di testate giornalistiche, che in un terzo dei Paesi ha portato alla chiusura di molte redazioni. “Quando i media sono in difficoltà finanziarie, vengono trascinati in una corsa per attrarre pubblico a scapito di un'informazione di qualità, e possono cadere preda degli oligarchi e delle autorità pubbliche che cercano di sfruttarli. Quando i giornalisti sono impoveriti, non hanno più i mezzi per resistere ai nemici della stampa: coloro che promuovono la disinformazione e la propaganda”, ha dichiarato Anne Bocandé, direttrice editoriale di Rsf.
Tra i peggiori casi evidenziati nel rapporto, spiccano gli Stati Uniti, scesi dal 55° al 57° posto, dove “il primo significativo e prolungato declino della libertà di stampa nella storia moderna” sarebbe aggravato dal ritorno sulla scena politica del presidente Donald Trump. Situazione grave anche in Tunisia (129°, in calo di 11 posizioni), Argentina (87°, -21), e Palestina (163°): a Gaza, “l'esercito israeliano ha distrutto redazioni, ucciso quasi 200 giornalisti e imposto un blocco totale sulla Striscia per oltre 18 mesi”.
In caduta libera anche Paesi come Haiti (112°, -18), Nicaragua (172°, -9), Bielorussia (166°), Iran (176°), Myanmar (169°), Sudan (156°), Azerbaigian (167°) e Afghanistan (175°), dove “le difficoltà economiche aggravano gli effetti della pressione politica”.
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