30 Marzo 2025
Tamponi, fonte: imagoeconomica
Una donna di 47 anni barese è stata assolta dal Tribunale con una sentenza che recita “particolare tenuità del fatto”, dopo essere stata condannata con una multa di 3625 euro per aver violato la quarantena il 30 agosto 2021, durante la positività al Covid. La donna si era recata ad uno sportello postale per pagare le bollette e, sebbene positiva, questo fu l’unico modo per pagare i bollettini.
Fu “beccata” all’interno dell’ufficio postale di Ceglie del Campo, Bari, mentre era in quarantena perché positiva al Covid. Era il 30 agosto 2021, in piena pandemia, e le norme varate dal Governo per fronteggiare “l’emergenza sanitaria” erano ancora molto stringenti.
La donna, una 47enne barese, aveva ricevuto un decreto penale di condanna con una multa di 3.625 euro, ma si era opposta. Ora, a cinque anni dall’inizio della pandemia e a tre anni (proprio domani 31 marzo) dalla fine “dello stato di emergenza sanitaria”, il Tribunale ha assolto l’imputata per "particolare tenuità del fatto".
Il tribunale di Bari ha riconosciuto che l’infrazione, pur configurando sul momento un illecito, non aveva una gravità tale da giustificare una condanna. La decisione si basa sull’articolo 131-bis del codice penale, che prevede l’esclusione della punibilità per reati caratterizzati da minima offensività e assenza di recidiva.
L’episodio risale al periodo in cui le misure anti-Covid erano particolarmente rigide, con restrizioni severe per i positivi obbligati all’isolamento domiciliare. Tuttavia, la difesa ha sostenuto che la donna si trovava in una condizione di necessità, non avendo alternative per il pagamento delle bollette.
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