25 Marzo 2025
fonte: lapresse.it
Per il sostituto pg di Cassazione Giulio Monferini “quelle che secondo la difesa sarebbero le prove nuove non possono in alcun modo smontare i pilastri delle motivazioni che hanno portato alla condanna di Rosa e Olindo, e cioè le dichiarazioni del sopravvissuto, le confessioni e le tracce ematiche”. Ragione per cui, ha sottolineato nella requisitoria, “le cosiddette prove nuove sono mere congetture, astratte”.
Oggi Rosa Bazzi e Olindo Romano compariranno davanti ai giudici della quinta sezione della Corte di Cassazione per tentare ancora una volta la strada del ricorso. I due, riconosciuti colpevoli della strage di Erba, impugnano la sentenza della Corte d’appello di Brescia che aveva dichiarato inammissibile la loro istanza di revisione del processo, condannandoli all’ergastolo.
Il ricorso, presentato dagli avvocati Fabio Schembri, Nico D’Ascola, Luisa Bordeaux e Patrizia Morello, contesta la presunta mancata verifica di quelle che per la difesa – e per l’allora sostituto pg di Milano Cuno Tarfusser – erano nuove prove inedite. Tuttavia, la Corte d’appello di Brescia aveva ritenuto tali elementi ininfluenti ai fini di una revisione del verdetto.
Oggi, il procuratore generale di Cassazione ha chiesto alla corte di dichiarare inammissibile il ricorso presentato dai difensori di Olindo e Rosa Bazzi, i coniugi condannati all'ergastolo per la strage di Erba, contro la decisione della Corte d'Appello di Brescia che ha già respinto l'istanza di revisione della sentenza del carcere a vita. Per il pg Giulio Monferrini non sarebbe necessaria la revisione del processo perché le prove sarebbero mere congetture.
L’udienza si svolge a pochi giorni da un’altra decisione della Cassazione legata alla stessa vicenda. I supremi giudici hanno infatti dichiarato inammissibile il ricorso presentato da Azouz Marzouk contro la decisione della Corte d’appello di Milano, che aveva rigettato la sua istanza di revisione della condanna a due anni e mezzo di reclusione per diffamazione aggravata nei confronti di Beppe e Pietro Castagna. Marzouk, marito di Raffaella Castagna – uccisa nella strage insieme alla madre Paola Galli, al figlio Youssef e alla vicina Valeria Cherubini – aveva dichiarato in un articolo del 2019 che bisognava "indagare sulla famiglia, basta leggersi le carte per capire che qualcuno voleva l’eredità di mia moglie".
La sentenza di condanna per Marzouk diventa così definitiva, senza sospensione condizionale, e con una pena doppia rispetto a quella richiesta dalla procura. La giudice ha definito le sue affermazioni una "campagna di disinformazione, fatta di sibilline allusioni ed eclatanti denigrazioni, brutalmente lesiva della reputazione dei fratelli Castagna", esponendo i due fratelli "al pubblico disprezzo e al ludibrio della loro immagine".
Alla vigilia dell’udienza in Cassazione, Giuseppe Castagna, fratello di Raffaella, ha espresso la sua convinzione riguardo alla decisione attesa dai giudici: "Siamo convinti che domani la Cassazione confermerà le decisioni dei giudici di Brescia". Insieme al fratello Pietro, ha poi aggiunto: "Siamo altrettanto convinti che domani, nonostante la decisione della Cassazione che confermerà il no alla revisione, questo non porterà alla parola fine. Il circo mediatico tornerà periodicamente, con i soliti pagliacci e domatori di fiere, ci sono troppi interessi in ballo che poco hanno a che fare con la folle presunzione di innocenza del quadrupede a due teste".
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