24 Marzo 2025
Paolo Maurensig
L'autorevole giornalista che mi tolse l'amicizia quando per la prima volta misi in dubbio l'efficacia dei vaccini, l'agente letteraria ebrea che mi fece sbattere fuori dal suo ufficio nel centro di Milano per una frase sulla kippah, l'editore colto che mi diede del reazionario borghese autore di uno scritto “di nessun interesse se non per il suo autore”, i consiglieri degli ordini professionali di cui faccio parte (avvocati e giornalisti), i miei parenti più stretti, i miei vicini di casa... Tutti in piazza!
Parlano le vecchie glorie, l'intero carrozzone kitsch della sinistra, con le sue maschere di cartone, più divertenti di quelle della commedia dell'arte.
Ci sono il mortadella che sproloquia, il guitto toscano che delira a pagamento, i maggiordomi furbi, i cantanti e le ballerine. Mancano i nani, ma forse sono nascosti tra la folla.
Uno spettacolo memorabile, la caduta (ed era ora) del velo (un sudario) che lascia il re nudo, osceno.
Tutto il potere compatto, ci sono i democristiani, gli ex comunisti, i berlusconiani e non saprei dire chi di loro abbia maggiori responsabilità del sacco di questo Paese.
Finalmente, quello che un anonimo reazionario borghese scrive da una vita si è plasticamente consegnato alla Storia per ciò che è sempre stato: un apparato di potere marcio fino alle fondamenta, basato sull'appartenenza a una consorteria.
Ci spacciavano lo sterco per salami e mortadelle e voi (perdonate la supponenza) mangiavate a quattro palmenti. Io digiunavo, collezionavo rifiuti, mi isolavo, scrivevo stancamente nella consapevolezza che nessuno mi avrebbe letto, consolandomi con la consapevolezza (falsa) che nessuno più legge. Invece lo sterco veniva letto, premiato, ospitato sui grandi quotidiani e nulla, NULLA, conta quanto il marketing.
Scrivevo di non essere uno scrittore, “perché è scrittore soltanto chi viene intervistato da Fabio Fazio” e oggi credo che anche il più stupido tra gli stupidi sia in grado di capire cosa intendevo.
La mia vita è stata un calvario a causa dell'incompetenza, dell'ignoranza, della supponenza ma soprattutto della malafede di quei vomitevoli signori in piazza.
Che fanno di una nullità un protagonista, di un vecchio idiota un vecchio saggio.
Questo resterà l'unico mio sfogo. Ho accettato tutto, sempre. Non accettare il proprio Destino lo rende intollerabile e non sempre la ribellione è possibile: per me non lo è stata.
Prendo atto che chi è elitario non può essere popolare. Prendo atto che non esistono rivincite postume, atti di giustizia verso chi è stato discriminato.
Ho amato Paolo Maurensig: leggendo il suo Il diavolo nel cassetto ho percepito tutta la sua sofferenza, esposta con un'eleganza degna di Stefan Zweig. Sofferenza perché era stato messo da parte, in quanto non facente parte del carrozzone kitsch e si è sfogato contro la categoria degli editori.
Oggi, l'autorevole giornalista che mi tolse l'amicizia quando per la prima volta misi in dubbio l'efficacia dei vaccini è danneggiata dalla terza dose (e non lo ammette), l'agente letteraria ebrea che mi fece sbattere fuori dal suo ufficio nel centro di Milano per una frase sulla kippah difende il genocidio commesso da Benjamin Netanyahu perchè gli altri sono “animali umani”, l'editore colto che mi diede del reazionario borghese autore di uno scritto “di nessun interesse se non per il suo autore” continua a pubblicare sterco ad uso dei compagni, i consiglieri degli ordini professionali di cui faccio parte (avvocati e giornalisti) plaudono al Digital Servicers Act – che è censura – dopo avere sanzionato quei pochi che come il sottoscritto hanno avuto il coraggio di schierarsi contro il Green Pass, i miei parenti più stretti, i miei vicini di casa mi giudicano un perdente, un caso disperato di vittimismo, un complottista.
Ho scritto centinaia di editoriali inutili, migliaia di pagine “di nessun interesse se non per il loro autore”.
Scrivere è un'abitudine, un lavoro umile, un ordine che ho dato ai miei giorni ma soprattutto la mia unica possibilità di vivere nel mondo dei miei romanzi, che – per me – è un mondo migliore di quello reale.
Passatempo innocente, passeggiata nella fantasia, evasione temporanea. Sono qui e sono altrove, suscito (i miei) sentimenti, rievoco attimi reali o ne creo di immaginari. Autoerotismo sublimato, modesta esperienza diretta della creazione, autoinganno riuscito.
Poi, il brutale ritorno alla realtà, dove – nonostante tutto – comandano sempre (e sempre comanderanno) quelli della piazza.
Di Alfredo Tocchi
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Commenti all'articolo
Penelope
26 Marzo 2025 - 16:19
Lei è una persona meravigliosa, leggo sempre con grande piacere i suoi articoli, gli altri? son tutti pennivendoli, scrittorume, gente insulsa e senza principi : "Non ti curar di loro ma guarda e passa" diceva il Sommo. Guardi Mieli, come ha rovinato TV Rai Storia: il contenuto è ora tutto dedicato all'ebraismo e alla rievocazione della II GUERRA : ha tolto l'ottimo Barbero, ora è pura propaganda
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