11 Febbraio 2025
Tutto irreale eppure così reale. Pare incredibile che una notizia tanto devastante, la compravendita di giornalisti in tutto il mondo per falsare la comprensione delle pandemie, dei vaccini, della tecnica, dell'energia, della genetica, della biologia, dell'etica, della sostanza delle cose, si spenga dopo 48 ore, il clamore subito normalizzato, disinnescato. Da noi quasi nessuno ne ha parlato, e si capisce, nessuno ne parla più e quando emergeranno i nomi italiani, che peraltro si sanno, si immaginano, sarà solo pretesto per qualche residua ironia da social. Dopodiché tutto come prima e peggio di prima. Intanto la gente continua a morire, nel Lucchese una intera famiglia in 15 giorni, genitori e figlio, tutti di morti cosiddette improvvise, il figlio nel giorno del funerale della madre, e siccome non possono più ripetere che “è sempre successo” si cambia formula, “è stato il destino”. Il destino! Pare pazzesco, ma a Sanremo dopo la pagliacciata di Allevi chiamano due lesionati, il calciatore Bove stramazzato in campo, e la modella Balti con turbocancro uterino; invitati pur che coprano i vaccini che li hanno folgorati e minati. Pare folle, ma ancora domenica abbiamo sentito dal ciambellano della sinistra Fabio Fazio l'elogio indecente e peggio cinico dei vaccini con un Bill Gates quasi contrariato per una adulazione così imbarazzante, così fuori luogo. Gates, come Zuckerberg, come Bezos, si sta riconvertendo al nuovo potere trumpiano e non vuole compromettersi ma Fazio è implacabile nei suoi balbettii, nelle sue insinuazioni e, quando l'altro lascia cadere, si stizzisce. Pare lunare, ma questo è lo stato della comunicazione che ha sostituito l'informazione: una menzogna continua e tracotante senza rispetto per le vittime.
Migliaia di operatori dell'informazione, di smanettoni degli algoritmi, di censori dei social pagati in tutto il mondo con decine di miliardi per mentire, per occultare gli effetti micidiali di farmaci, per gonfiare il terrore e procedere di conseguenza con l'abolizione delle libertà fondamentali, democratiche, e nessuno se ne disturba; restano i conformismi bugiardi, i modi di dire infami e se non soccorrono se ne escogitano di nuovi. Una immane operazione di mistificazione, di manipolazione del reale sembra del tutto innocua, quasi divertente. La gente casca come mosche, come si augurava quel bellimbusto che “curava” i genitori a distanza, da una clinica di bellezza di Merano? Tanto meglio! Quello ancora in circolo su tutti i canali, e chi muore si dia pace. Non ha senso parlare di disinformazione, siamo al capovolgimento del reale, al ribaltamento del senso delle cose che passa per il ribaltamento dell'informazione che spiega le cose. E a tutti sembra normale. Di inchieste più neppure l'ombra, sostituite dallo sciacallaggio voyeuristico e camorristico delle chat private, degli scatti contrabbandati da pregiudicati come Corona. Neppure più l'inchiesta minima del vivere quotidiano, la curiosità cronistica per la vita di ogni giorno. Così nessuno sa che a Milano, per dire, il sindaco Sala dopo aver dichiarato guerra alle auto normali a vantaggio delle elettriche sta smantellando i punti di rifornimento delle elettriche: sempre meno e quelli che restano disattivati, non funzionanti. Si coglie la coda di paglia con cui smantellare la colossale mistificazione senza darlo a vedere, nel silenzio dei colpevoli ma i disgraziati possessori di questi trabiccoli a batteria vagano per la metropoli come l'ebreo errante, disperati a cercare per ore, per giorni una colonnina funzionante e se la trovano c'è la fila, debbono attendere altre ore, altri giorni. La app gli suggerisce i punti di ricarica, quelli ci vanno e li trovano staccati o intasati. La politica amministrativa italiana, europea è delirante, psicoticamente punitiva, da ayatollah: dopo avere reso impossibile la vita a chi ha una macchina a carburante, renderla tale a chiunque giri su ruote. Gli elettromonopattini risolvono da soli, si ammazzano da soli schiantandosi nel traffico. Milano è diventato un nonluogo dove non puoi guidare, non puoi fumare, non puoi far niente e chi dovrebbe erogare i servizi pubblici semplicemente se ne frega, non si sente tenuto ad alcun senso di responsabilità, non risponde di niente, al limite ti insulta, ti minaccia. I servizi restano per gli abusivi, i clandestini, i cannibali come quello del Gambia che con un morso ha staccato netto un dito a un controllore donna sul treno a San Benedetto del Tronto, e subito un giudice lo ha mandato libero. Proteste dalle donne: non pervenute, quanto alle maestranze ferroviarie sono rassegnate, stanno smettendo anche di protestare. Sanremo, il nostro piccolo Usaid neanche tanto piccolo, si è ridotto al festival dei maranza, ci sono bambocci con mamma al seguito che cantano roba del tipo "prendi la tua troia le serve una museruola la scopo e poi si mette a piangere" e le cantanti femministe, loro compari: “Ma no, è come al cinema”. Uno si è ritirato per non dover rispondere a domande relative alla sua incriminazione per associazione a delinquere di stampo ultrà, se la faceva con i pendagli da curva di San Siro finiti dentro per narcotraffico, racket, tentato omicidio. Anche questo è come al cinema? Sì, il nuovo conduttore di regime, un tipo cotto dalla lampada abbronzante che lo rende vagamente inquietante, se ne addolora e dice: il ritiro di Killa è una perdita, lui è un gran bravo ragazzo. Non si sa che è invece un tal Francamente, apprendista cantante né uomo né donna, che nella speranza di guadagnarsi la baracconata festivaliera vuol riscrivere l'inno nazionale, non abbastanza inclusivo limitandosi ai fratelli.
Tutti bravi ragazzi! Anche Ilaria Salis che deve 90mila euro all'Aler per plurime invasioni di case popolari e dall'inevitabile Fazio dice: “Siete voi che non avete capito, non sono occupazioni, è giustizia sociale”. E lo dice col sorriso sfottente della nuova potente messa dall'europarlamento, di cui fa parte, grottescamente alla commissione case. Siamo noi che non abbiamo capito, siamo noi i criminali. Siamo noi i colpevoli di esserci fatti fottere le case, le macchine, la salute, la mente, la libertà, la verità, la dignità. “Simo noi”, come dicono gli amici rompicoglioni di Gidio, l'alienato di Antonio Rezza.
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