24 Gennaio 2025
Conferenza stampa Vescovo Ivo Muser - foto: Lapresse
67 casi di abusi sessuali, di cui 59 a danno di minori, dal 1964 al 2024 nella Diocesi altoatesina. È questo il risultato dell’inchiesta dello studio legale Westpfahl-Spilker-Wastl di Monaco di Baviera che ha indagato su numerosi casi di violenze sessuali in Trentino Alto Adige.
I responsabili, secondo l’inchiesta, sarebbero 29 sacerdoti. Il Vescovo di Bolzano e Bressanone, Ivo Muser, ha affrontato la questione durante la presentazione del rapporto. "Serve un cambiamento culturale", ha dichiarato, aggiungendo che episodi simili "potrebbero ricapitare, se noi, come è capitato, distogliamo lo sguardo".
Una assunzione di responsabilità quella del Vescovo che nel suo intervento ha chiesto "perdono alle persone coinvolte, alle comunità parrocchiali e ai fedeli" e ha precisato che il rapporto non rappresenta una conclusione, ma "un mandato per continuare a lavorare con tutta la determinazione possibile". Il Vescovo durante una conferenza stampa ha anche ammesso le proprie responsabilità per alcune mancanze durante il suo mandato, tra cui l’insufficiente vigilanza sui sacerdoti sospetti e la mancanza di misure preventive adeguate.
Per contrastare gli abusi, sono state annunciate misure concrete. Entro la fine del 2025 saranno introdotte linee guida vincolanti per la gestione dei casi di abuso, elaborate da un gruppo di esperti e "sarà istituito interdisciplinare per esaminare con effetto immediato tutti i casi di sacerdoti accusati ancora in vita e proporre misure per i passi successivi da intraprendere", ha dichiarato.
Inoltre sarà istituito un comitato interdisciplinare per esaminare con urgenza i casi di sacerdoti accusati ancora in vita e definire le azioni da intraprendere.
Muser ha anche sottolineato la necessità di rivedere e migliorare i servizi di ascolto, intervento e prevenzione, istituendo un team di intervento per garantire una gestione professionale delle decisioni.
"Il rafforzamento delle donne nelle posizioni guida in ambito ecclesiale viene ulteriormente promosso. Quattro dei nove uffici della Curia vescovile sono già diretti da donne e la diocesi sta pianificando programmi per la promozione delle donne in posizioni guida", ha aggiunto il Vescovo Muser, puntando il dito verso la necessità per la Chiesa di sviluppare "una cultura dell'errore: riconoscere gli errori e imparare da essi, anche con l'aiuto di seminari di formazione, diventa parte integrante del modo di lavorare della Chiesa".
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