22 Dicembre 2024
Come la maggior parte di voi sa bene, oltre a scrivere per la nostra storica testata che, non per piaceria ma per fattualità, definisco una delle poche fonti di informazione libere del nostro decadente Paese, come l'amico Diego Fusaro, mi diletto in pillole video per commentare sinteticamente l'attualità, e non solo.
Diciamo che noi editorialisti del GdI siamo multiformemente comunicativi. Vi piace come definizione? Andiamo oltre.
Proprio stamane, ho pubblicato un video, che vi linko qui, in cui ho sinteticamente raccontato quanto in questo articolo voglio sviscerare ed approfondire, nei limiti degli spazi che mi sono concessi.
Partiamo da un fatto: il processo a Matteo Salvini è stato una farsa dal primo momento, né più, né meno, e definirlo un procedimento politico, forse non è corretto ma non è neanche così fuori luogo. Tutti, dicasi tutti incluso l'imputato, sapevano che sarebbe finito come poi è finito, ovvero in un'assoluzione per non aver commesso il fatto. Perché? Perché non c'é stato nessun sequestro di persona.
Ma questa storia ha fatto comodo un po' a tutti, tranne a noi contribuenti che abbiamo dovuto sostenere le spese di un processo che si poteva evitare.
A Salvini ha fatto comodo perché per mesi si è piazzato sull'altare della vittima gridando a mari e monti: orgoglioso di essere condannato per difendere i confini italiani.
All'opposizione perché ha cavalcato l'iniziativa dei magistrati sbandierando lo spauracchio del fascismo.
Più di tutti ci ha guadagnato il centrodestra più solido di prima, dopo questa prevedibile assoluzione.
Fin qui va bene, tutto tristemente prevedibile, ma il problema per cui mi sono posto l'ironico dubbio se fosse meglio condannare il numero uno della Lega, è la riforma del Codice della Strada.
Per giorni ho riflettuto se fosse il caso di rinunciare alle quattro ruote, non scherzo. Allo stato dei fatti, guidare è una roulette russa. E se da un lato vedo bene gli aumenti delle ammende pecuniare per le bestie che occupano i parcheggi dei disabili o le strisce pedonali, sul resto non sono così "convinto".
In primo luogo, se uso un certo tipo di farmaci, dai controlli di rito posso sembrare un tossico. Indi mi ritirano la patente e devo dimostrare che seguo una terapia medica. Allo stesso modo, se una settimana prima mi sono sfumacchiato un cannoncino (legale), dopo sette giorni, se trovano ancora tracce residue dello stupefacente, mi ritirano la patente.
Non parliamo poi dell'alcool. Guai a bere un legittimo bicchiere di prosecco per festeggiare il nuovo anno, rischiate di iniziare il 2025 alla fermata del bus, sempre se avete ancora i soldi per il biglietto visto che per pagare le nuove multue dovete accendere un mutuo.
L'eccesso di velocità, e non parliamo di chissà quanti chilometri oltre il limite, metaforicamente vi fa finire dritti dritti a Guantanamo.
L'auricolare mentre guidate? Ahi! Ahi! Ahi! Attenti all'orecchio, rischiate metaforicamente la mozzatura senza essere Van Gogh.
Carota dopo il bastone, Salvini ci regala la supercazzola degli autovelox. Fingendo di combattere la cattiva usanza dei Comuni di piazzarlo ovunque per far cassa, il Ministro ha imposto agli enti locali di piazzarlo esclusivamente sulle strade ad alto rischio di incidentalità. Preparatevi perché anche il vialetto pedonale sotto casa diventerà un passaggio ad alto rischio: scommettiamo?
Chiudiamo poi con la storia dei monopattini che, oltre la targa, dovranno essere guidati con il casco per garantire l'incolumità del conducente. Peccato che, con tutto il casco, se cadì giù dal monopattino le corna te le spacchi a prescindere.
Insomma, questa riforma è un pastrocchio di fuochi fatui e supercazzole che rendono la vita su gomma degli italiani, un inferno.
Salvini dovrebbe comprendere che, per migliorare la vivibilità e la sicurezza delle nostra strade, non vanno aumentate le sanzioni e aggiunte nuove norme punitive, va invece implementato il sistema di trasporto pubblico. Il segreto è dare la possibilità agli italiani di prendere automobile e scooter il meno possibile, non punirli perché alla guida.
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