19 Novembre 2024
ph. Alessandra Basile
Ph. Alessandra Basile
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La foto parla da sè. Si presenta, lo scenario, quasi fosse un'opera d'arte di qualche artista di strada filocontemporaneo: si vorrebbe credere che lo sia, ma è un'illusione.
E' uno scempio, una vergogna, un'assurdità che accadano fatti del genere senza nessun controllo, evidentemente. Si spera che segua un'adeguata punizione dei malfattori, che sia anche esemplare.
Siamo in corso Magenta, una splendida zona milanese, resa chic anche dallo stile variegato dei palazzi che la abitano: si passa dal classicismo, tra la fine del 1500 e l’inizio del 1600, al liberty del 1900, con alcune viette caratterizzate da ville recanti ornamenti rinascimentali e barocchi, le cui architetture appartegono ai periodi della Serenissima e del Rinascimento lombardo (Bramante, Cesariano, Solari).
Il quartiere Magenta venne rinnovato, tra il 1884 e il 1889, per la nuova borghesia meneghina.
Ricordiamo, in particolare, che, non lontano dalla fascinosa chiesa dell’ex Monastero Maggiore, si trovano i resti archeologici del Palazzo romano di Milano, ossia della residenza imperiale dell’imperatore Massimiliano nel periodo in cui Milano era la capitale dell’Impero romano d’Occidente, fra il 286 d.C. e il 402 d.C.; inoltre, di fronte a Santa Maria delle Grazie, si erge la splendida Casa degli Atellani, da quasi due anni di proprietà di Arnauld, dove Ludovico il Moro aveva fatto costruire la Vigna di Leonardo come dono al Da Vinci, impegnato, in particolare, nella realizzazione del Cenacolo (1494/1498 d.C).
Viviamo in un mondo di natura e architettura, quest'ultima frutto di genialità passate, che vanno rispettate e tutelate; viviamo in un paese che è espressione massima di quel mondo, grazie alla sua storia millenaria e all'incredibile ricchezza paesaggistica e architettonica che lo rendono unico.
E poi c'è il fattore sicurezza, non solo di strade, palazzi e mezzi di circolazione privati, ma, anche e soprattutto, delle persone, residenti o di passaggio: azioni delinquenziali come quella descritta non possono e non devono accadere né restare impunite!
La soluzione? Forse non così semplice, ma per esempio sarebbe facilitata da una maggiore presenza dei c.d. vigili di quartiere, della polizia stradale, di altre forze dell'ordine autorizzate a intervenire se necessario.
Siamo in prossimità della giornata mondiale della lotta alla violenza sulle donne: violenza chiama violenza, ossia non sottovalutiamo nessun atto aggressivo contro cose, persone e animali, né contro le nostre città.
Stanti le sue dichiarazioni, per lo meno passate, sul tema sicurezza nel capoluogo lombardo, porrei un quesito, penso vox populi, al nostro Sindaco: se questa Milano non è violenta, cos'è?
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