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Wolfgang Abel è morto, condannato per i delitti “Ludwig” assieme a Marco Furlan, in coma da 3 anni dopo un malore improvviso

Negli anni '70 e '80, i due si lasciarono alle spalle una scia di atti efferati, rivendicando la morte di sacerdoti, frati, prostitute e ragazzi in discoteca

29 Ottobre 2024

Wolfgang Abel è morto, condannato per i delitti “Ludwig” assieme a Marco Furlan, in coma da 3 anni dopo un malore improvviso

Wolfgang Abel, fonte: Facebook, @TG Veneto

Wolfgang Abel è morto all’età di 65 anni presso l’ospedale di Negrar, dopo tre anni di coma a seguito di un malore improvviso nel 2021. Wolfgang Abel e Marco Furlan furono tra i volti conosciuti della serie di omicidi rivendicati con la sigla "Ludwig". Negli anni '70 e '80, i due si lasciarono alle spalle una scia di atti efferati, rivendicando la morte di sacerdoti, frati, prostitute e ragazzi in discoteca. Mossi da un'ideologia, si dice, spesso legata a principi neonazisti, parlavano di "purezza della razza”. Una vera lotta la loro, una rincorsa ad una "giustizia" personale che portava all’accanimento contro chi viveva nella "depravazione" o "deviazione morale", tra cui anche personaggi religiosi, accusati di aver abbandonato la “retta via”.

Wolfgang Abel è morto, condannato per i delitti “Ludwig” assieme a Marco Furlan

Arrestati nel 1984 grazie all’intuito di un vigilante in una discoteca della Melamara di Castiglione delle Stiviere  (Mantova) , Abel e Furlan furono colti intenti a dar fuoco ad un locale simbolo di “perdizione”. Vennero fermati in tempo grazie a circostanze fortuite: tra materiali ignifughi e segnalazioni utili. Quella fu l’ultima volta, 400 persone mascherate per il Carnevale, taniche di benzina perforate ed una tragedia annunciata.

Condannati inizialmente a 30 anni, Abel e Furlan evitarono l’ergastolo grazie alla seminfermità mentale e, in appello, la pena fu ridotta a 27 anni. Dopo periodi di detenzione e fughe rocambolesche (1991), Abel ottenne i domiciliari nel 2009 e la libertà completa nel 2016. Fu infatti riconosciuto e denunciato da un turista veneziano, a Creta, intercettato mentre lavorava come impiegato presso l’aeroporto sotto falsa identità.

Con la sua morte si chiude un capitolo oscuro, ma i segreti di questa "coppia diabolica", inclusi possibili legami con movimenti eversivi, restano nell’ombra, rendendo Abel un enigma che segna almeno un decennio della storia della cronaca italiana.

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