10 Ottobre 2024
La polizia penitenziaria ha fermato una suora mentre tentava di introdurre illegalmente un telefono cellulare nel carcere di Marassi, a Genova, durante un incontro autorizzato con i detenuti. A diffondere la notizia il sindacato Uilpa Polizia Penitenziaria in una nota. “La religiosa è autorizzata ad incontrare i reclusi come previsto ed è stata colta in flagranza – spiega il segretario regionale della Uilpa Fabio Pagani -. Ci complimentiamo per la brillante operazione per la professionalità della polizia penitenziaria, ma urgono interventi preventivi atti a impedire in origine l’introduzione di oggetti non consentiti e i traffici illeciti che in carcere fruttano il triplo che nel mondo libero. Di certo da una suora non ce l’aspettavamo proprio”.
Protagonista della vicenda è Suor Cesarina Lavagna, savonese di 88 anni, per anni presidente e fondatrice della cooperativa sociale benefica “Il Miglio Verde” di Savona, punto di riferimento del volontariato in Liguria e da sempre attiva per fare da trait d'union tra familiari e detenuti tanto da essere definita e premiata più volte dalla città della Torretta come «la suora degli ultimi». Anche l'altra mattina suor Cesarina era a Genova per incontrare un ragazzo di 23 anni finito in un brutto giro di spaccio di droga. Ad insospettire gli agenti che le controllano la borsa, dopo la segnalazione dell’apparecchio elettronico, ci sono due elementi: un peluche a forma di coniglio e un cavo Usb. Entrambi non possono entrare in carcere, lo dice chiaramente il regolamento. La suora viene accompagna in ufficio e sottoposta a un’ispezione accurata. Il peluche ha una cerniera che attira l’attenzione dei poliziotti. La zip viene aperta è da dentro spunta un micro cellulare. Un piccolo smartphone che gli agenti conoscono bene perché viene sempre di più utilizzato per far comunicare i detenuti dal carcere all’esterno. In quella stessa mattinata ne hanno già sequestrati due.
La religiosa viene segnalata alla Procura per il reato di “introduzione illegale di apparecchi elettronici”. Un reato anche piuttosto serio che prevede pene che vanno da uno a quattro anni di reclusione. Suor Cesarina non dice nulla di più. Lascia il carcere, non entra più a visitare il detenuto che l’attendeva.
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