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Moussa Sangare, chi è il killer di Sharon Verzeni: rapper, il sogno di andare ad X Factor, indagato per maltrattamenti, "aveva puntato il coltello anche contro due ragazzi"

Moussa Sangare è nato in Italia ed ha ammesso di aver ucciso Sharon Verzeni "tanto per farlo", senza nessun apparente motivo. Non ha precedenti ma già stato indagato per maltrattamenti in famiglia

30 Agosto 2024

Moussa Sangare, chi è il 31enne ivoriano dell’omicidio di Sharon Verzeni: indagato per maltrattamenti, uscito con 4 coltelli perché “voleva uccidere”

Sharon Verzeni, fonte: Facebook, @Igor Patruno

Si chiama Moussa Sangare l'uomo che si è reso protagonista dell'omicidio di Sharon Verzeni. Ma chi è in realtà? Il primo quadro parla di un 31enne disoccupato con cittadinanza italiana ma nato da genitori di origini maliane, nato a Milano ma residente a Suisio nel bergamasco, distante 5 km da Terno d'Isola. Sangare è un rapper che però non ha mai sfondato, anche se vanta una collaborazione nel 2016 con Izi, nel brano "Scusa" e con Ernia. Si faceva chiamare Moses Sangare, ed il suo sogno era quello di andare ad X Factor, ma era stato subito eliminato. A lui si è arrivati anche grazie all'aiuto di due testimoni.

Moussa Sangare, chi è il 31enne maliano dell’omicidio di Sharon Verzeni

Moussa Sangare è nato in Italia ed ha ammesso di aver ucciso Sharon Verzeni "tanto per farlo", senza nessun apparente motivo. Non ha precedenti ma era stato indagato per maltrattamenti in famiglia dopo la denuncia della madre e della sorella. Da allora era andato a vivere solo: "A suo carico è pendente in Procura un provvedimento per maltrattamenti nei confronti della mamma e della sorella alla quale avrebbe puntato alle spalle un coltello". In casa aveva un cartone-sagoma "con sembianze umane utilizzato come tiro al bersaglio".

Il 31enne ha problemi psichici e la procura ha constatato come sia uscito di casa con "4 coltelli", con il chiaro "intento di uccidere". Nessun movente dietro l'omicidio, "non conosceva la vittima, voleva colpire e per questo gli è stata contestata la premeditazione". Lo stesso killer davanti agli inquirenti ha dichiarato: "Ho avuto un raptus improvviso. Non so spiegare perché sia successo, l'ho vista e l'ho uccisa". Ha asserito di essere "dispiaciuto per quello che ha fatto". Il procuratore ha evidenziato come "né durante l'interrogatorio ha mai dimostrato di essere sotto l'effetto di sostanze alcoliche o di droghe".

Il fermo è avvenuto perché c'era il rischio di fuga e di occultamento delle prove, ma anche di reiterazione del reato.

I racconti dei vicini di casa

C'è chi descrive Moussa Sangare come un ragazzo tranquillo e sempre sorridente, mentre chi evidenzia: "Non aveva buoni rapporti con la madre, li sentivo litigare tanto, anche alle tre e alle quattro di notte". Dopo l'eliminazione ad X Factor è andato negli Stati Uniti, ma al ritorno "era diventato diverso, da casa sua si sentivano spesso litigi".

"Quattro o cinque mesi fa aveva dato fuoco alla casa - racconta un altro vicino - Si faceva qua, si faceva in piazza. Avevo l'intuizione che prima o poi sarebbe successo qualcosa". Un'altra vicina di casa ha ricordato invece che "qualche mese fa erano intervenuti i carabinieri" perché "aveva menato la sorella".

Pm: "Ha puntato il coltello contro due sedicenni minacciandoli"

Come ha raccontato in conferenza stampa la procuratrice aggiunta Maria Cristina Rota, prima di uccidere Sharon, il 31enne maliano "aveva minacciato con il coltello due sedicenni". I giovani però non si sono presentati agli investigatori, per questo la pm li invita a "presentarsi in una caserma delle forze dell'ordine", in quanto anch'essi erano "vicini alla scena del crimine".

 

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