Venerdì, 05 Settembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Quello che ci hanno fatto è l'olocausto, né più né meno: direttamente col veleno o per repressione autoritaria. E se ne vantano.

Che sofferenza nella sofferenza questo ruolo di testimone per uno che ormai viene fermato per strada o in treno e si ritrova contagiato dal dolore degli indifesi, un dolore al quale non è lecito sottrarsi.

25 Luglio 2024

Fallimento

La signora in bicicletta mi accorgo che mi punta, mi riconosce, si ferma, scende, mi chiede come sto ma è un viatico per raccontarmi come sta lei. Male, ancora male. "Sapessi anche a me cosa mi hanno fatto”, e giù col solito copione delle prepotenze, le sospensioni, l’isolamento, non si è vaccinata e le hanno fatto di tutto. Già, chi non accettava di suicidarsi col vaccino veniva suicidato socialmente. Quanto tempo è passato? Due anni, tre? Ma il trauma rimane, non si cancella ed io lo assorbo ogni volta che qualcuno mi riconosce, mi punta, sia per la strada o in treno. Se penso che da giovane volevo diventare famoso. Ma come sottrarsi al grido di dolore degli scioccati, degli sconvolti a vita? L’abominio è duplice e sta negli effetti avversi che uccidono o ammalano irreversibilmente come nella tortura sociale e psicologica che non passa. A volte le situazioni si mescolano, l’una determina l’altra. La professoressa novax ha resistito, ma quel subire continue rappresaglie a scuola, sospensione dal lavoro, blocco dello stipendio, con un figlio problematico a carico, da madre single, come escludere che a lungo andare le abbia procurato il tumore al seno appena scoperto? Vivo in una regione che è una galassia di borghi senili: quasi tutti i vecchi con la pandemia si sono misteriosamente ammalati, chi di effetti collaterali da vaccino e chi di misteriose depressioni che in poco tempo li hanno portati alla tomba. E i villaggi non hanno seguito sorte migliore.

Anche su questo i dati certi non ci sono o meglio ci sono ma hanno avuto cura di occultarli e i giornali di regime, cioè il 100% perché i vari siti e testate alternative, nelle loro ingenuità e incoerenze, si dannano molto ma contano poco, questa informazione servile, di supporto si guarda bene dal far sapere che, secondo stime prudenti, nei tre governi di polizia, i due di Conte e il successivo di Draghi, tutti sotto la supervisione del democratico Mattarella, sarebbero andate bruciate almeno un milione di attività piccole e medie. Le grosse no perché le grosse hanno la liquidità bancaria e corruttiva e non rischiano mai, i poveri no ma loro, già facoltosi, potevano bene contare sulle sovvenzioni di Stato, sui bonus che per chiamarli col loro nome erano una forma di clientelismo di casta. Come i milionari Ferragnez che hanno lucrato le centocinquanta, le duecentomila euro per alimentare i loro imperi di cartone. Un milione di saracinesche calate come ghigliottine su altrettante famiglie, su tante e quante vicende umane. Come dimenticare quella parrucchiera romana che aveva investito i risparmi di una vita in un piccolo salone, subito travolto da questi lockdown inutili, repressivi, politici, per schiacciare meglio, per imporre un regime sapendoli ininfluenti al fine di un contenimento pandemico? “Ci avevo messo la mia vita, dopo tre mesi di coprifuoco mi sono arresa”. Cala la saracinesca come una mannaia sulle speranze e una, a cinquant’anni suonati, finisce a fare le pulizie, e le va ancora bene che la chiamano.

O quell’altra, di cui so bene la storia visto che è un’amica, medico di pronto intervento nell’Italia centrale che, fiutata l’aria, malsana, autoritaria, decide di piantare tutto e va a rifarsi una vita in Svizzera, con due figli giovani a carico, a 53 anni. E deve ripartire da capo, studia il tedesco e per questo Paese anodino, per questa gente senza fantasia, cordiale ma gelida come una lapide, gira per valli e montagne e finge di essere felice per queste strade squadrate, questi cateti di solitudine. Perfino il collega che mi intervista per una emittente romana parte con la mia condizione ma subito passa a rivelare la sua, di censurato, di emarginato che ha perso tutto, che ha dovuto reinventarsi. E che gli dici? Se ha ragione, come ce l’hanno gli altri, puoi fargli notare che così finisce per parlarsi addosso, che giornalisticamente non è il caso? No, perché la sua situazione è paradigmatica quanto la mia, perché si ha un maledetto bisogno di urlare anche a distanza di anni.

Quante tragedie così? Un milione e più di un milione. E nessuno paga, anzi le rivendicano. Se ci metti sopra anche le migliaia e migliaia di morti improvvise e non improvvise, di cancri, di malattie croniche, di lungodegenze e di lungo morire giorno per giorno, di traumi che non passano, “ah non sai cosa mi hanno fatto”, ottieni i contorni di un abominio, un Olocausto non inferiore a quello del Reich sugli ebrei, sugli omosessuali, i comunisti, gli zingari. Noi qui eravamo i novax, anche se vaccinati, e le ereditiere come la Cecilia Strada ci ridono in faccia e i responsabili come Speranza ci ridono in faccia, ci dicono te la sei cercata, hai firmato il consenso, e magari ci sentiamo dare degli assassini. E non c’era consenso e men che meno informato, c’era la messe infame, demoniaca di bugie, c’erano le chat coperte, “cazzo ma qui muoiono i ragazzini, ma questi vaccini uccidono”, “hai visto, troppi ne faremo fuori, ma per questo bisogna obbligarli”. E nessuno ha pagato né pagherà mai. Anzi ipotizzano nuove strette, nuove edizioni poliziesche funzionali a nuove alleanze politicamente farabuttesche, come quella in fieri tra il comunismo sovversivista dei Verdi e l’aziendalismo opportunistico familiare degli eredi Berlusconi passando per il dirittismo pretestuoso e a volte laido del PD delle Schlein e gli Zan. Ancora i vaccini e le mascherine come strumento finanziario, politico e repressivo.

Di tanto in tanto mi chiamano per una intervista o conferenza in quanto malato oncologico o meglio ontologico, e io che debbo dire, che debbo ancora ripetere che non abbia già ribadito le cento le mille volte? Che non potevamo immaginare la vera proporzione del male, del veleno, della malvagità demoniaca? Che all’inizio forse neppure loro sapevano ma presto hanno capito, hanno saputo ed hanno insistito, via via continuavano, peggioravano, mettendo in conto l’abominio? E ancora se ne vantano. E nessuno paga. E l’informazione a ingoio insiste, non vede, non dice, mente. Il tennista Sinner da che è numero uno al mondo non vince una partita, più perde e più è in cima, valli un po’ a capire i misteri algoritmici delle classifiche, passa da un malanno all’anca a una febbre misteriosa, da un acciacco non spiegato a una tonsillite, inanella ritiri, sconfitte, rinunce, ma per l’informazione da onlyfans è colpa della fidanzata tennista che lo fa scopare troppo. E fingono anche di crederci, se insinuo un dubbio, una critica vengo sommerso dagli anatemi, le maledizioni dei falliti da bar, petulanti il giusto, che mi spiegano, mi insegnano, invocano il Dio punitivo perché faccia giustizia. Siccome ho addosso due vaccini, però i vaccini non fanno che bene, però se possono aiutare a eliminarmi ben vengano. Io però non posso dimenticare l’angoscia di chi non ha più una vita e me lo racconta, mi supplica: continua a parlare anche per me. Io ci provo, ma che fatica nella fatica, che sofferenza nella sofferenza questo ruolo di testimone per uno che da giovane voleva diventare famoso e adesso lo fermano per contagiarlo di un dolore al quale non è lecito sottrarsi.

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x