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Plusvalenze Juve, chiesto processo per Agnelli, Nedved, Paratici e Arrivabene: aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza e false fatturazioni

La Juventus non rischia nulla, in quanto il processo penale analizzerà la responsabilità personale degli indagati

17 Luglio 2024

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La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio di una decina di persone tra le quali anche gli ex vertici della Juventus nell'ambito dell'indagine 'Prisma' arrivata nella Capitale da Torino. Nell'inchiesta sono coinvolti: l’ex presidente Andrea Agnelli, l’ex vice Pavel Nedved, Fabio Paratici e Maurizio Arrivabene. La Juventus non rischia nulla, in quanto il processo penale analizzerà la responsabilità personale degli indagati.

Plusvalenze Juve, chiesto processo per Agnelli, Nedved, Paratici e Arrivabene: aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza e false fatturazioni

La Procura di Roma ha chiesto il processo per Agnelli, Nedved, Paratici e Arrivabene, oltre ad altre 6 persone. Le accuse, a vario titolo, sono quelle di aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza e false fatturazioni. Secondo l’accusa, si ipotizza o plusvalenze fittizie e manovre sugli stipendi dei calciatori durante il periodo dettato dalla pandemia Covid-19. La trasmissione dell’inchiesta a Roma era arrivata dopo la decisione dello scorso 6 settembre da parte dei giudici della Quinta sezione della Cassazione, che hanno dichiarato l’incompetenza territoriale di Torino ordinando la trasmissione degli atti ai pm di Roma del gruppo, coordinato dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini. Ad occuparsi dell'inchiesta i pm Giorgio Orano e Lorenzo Del Giudice.

Cosa rischiano gli imputati e la Juventus

Come detto, la Juventus non rischia nulla da questo processo. Discorso diverso per gli indagati. A ognuno di loro sono contestati diversi reati, molti dei quali regolati dal codice penale. Oltre al fatto che andranno dimostrati oltre ogni ragionevole dubbio, alcuni di questi prevedono una pena in carcere (viste le attenuanti, è difficile che qualcuno dei dirigenti finisca in carcere nonostante le condanne). Come noto, l’aggiotaggio prevede pene fino a 3 anni di carcere mentre per le fatture false si rischiano fino a 6 anni di carcere. Possibili anche serie sanzioni pecuniarie, che per l’aggiotaggio superano i 25mila euro, mentre per le fatture false sono commisurate all’entità delle stesse. Il processo penale analizzerà la responsabilità personale degli indagati.

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