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Firenze, aggredito gestore di locale in piazza Santo Spirito da baby gang che sniffava cocaina in bagno

Una dozzina i ragazzi, tutti tra i 17 e i 18 anni, ad accerchiare e pestare il titolare del bar, uno dei più frequentati del centro storico fiorentino

04 Giugno 2024

Piazza Santo Spirito

Piazza Santo Spirito

Pugni, sputi e percosse a Bartolomeo Cosattini titolare del Pitta M’Ingolli in piazza Santo Spirito a Firenze, poi preso a bottigliate da 12 ragazzini, di cui una parte si erano rinchiusi nel bagno del locale a sniffare cocaina.  Sorpresi dal gestore del centralissimo bar di una delle piazze più frequentate del capoluogo toscano, dove ogni domenica del mese si riuniscono le famiglie fiorentine per le fiere dell’antiquariato o del cibo biologico, la reazione non è stata delle più miti. In pochi minuti – questo è successo sabato sera prima di mezzanotte - si è passati dalle parole ai fatti, o meglio ai calci e alle offese: “Non sai chi sono io” oppure “Occhio non ne esci vivo” racconta il titolare. Io li ho invitati a uscire quando mi sono accorto che stavano tirando coca sullo schermo del proprio cellulare – sottolinea Cosattini – ma uno di loro era agitato (probabilmente sotto l’effetto della sostanza stupefacente) e ha iniziato a dirmi frasi del tipo “Io sono riuscito a farli uscire comunque". All’improvviso, mentre il titolare stava continuando a spiegare ai ragazzini che quello non era un bagno pubblico, uno dei quattro ha chiamato il resto della banda che stazionava in piazza. A quel punto l’intero gruppo ha preso d’assalto il locale e il suo titolare spintonandolo e minacciandolo. “Uno di loro mi ha tirato un posacenere addosso e un altro un bicchiere che mi ha spaccato sulla parte posteriore del collo, quasi sulla testa. Una cliente mentre cercava di scappare si è slogata una caviglia, un altro invece è finito a terra". La banda è riuscita a scappare prima dell’arrivo della polizia. Bartolomeo Cosattini, da 12 anni lavora in Santo Spirito e mai aveva visto una cosa del genere in pieno centro a Firenze. Ci tengo a sottolineare che questi ragazzi non sono nostri clienti: vengono in piazza portandosi l’alcol e anche altro da casa. Noi da mesi denunciamo la situazione di pericolo – sottolinea Cosattini - ogni settimana succede qualcosa. Poi, da quando i bagni pubblici in piazza sono chiusi la sera ce li ritroviamo tutti nei nostri locali. Serve assolutamente una maggiore presenza delle forze dell’ordine e delle toilette che funzionino negli orari di maggiore affluenza". Un episodio che è avvenuto a due settimane dall’accoltellamento di un 19enne in piazza Santo Spirito colpito da sei fendenti da una decina di ragazzini sia italiani che stranieri. Ragazzini che, secondo chi lavora e vive in piazza, potrebbero essere gli stessi che hanno preso a bottigliate il gestore e che, ormai da dicembre, il sabato si ritrovano proprio in Santo Spirito. "Non ci sono più le condizioni per poter lavorare" - ha detto Cosattini -  "Denunciamo da mesi la situazione di pericolo. Serve una presenza maggiore di forze dell'ordine in piazza". I ragazzi solitamente portano l'alcol da fuori e lo consumano in piazza, utilizzando i bagni pubblici per i loro scopi, almeno fino a quando restano aperti” che questi restano aperti. Ad esprime solidarietà al titolare del locale di piazza Santo Spirito è stato fin da subito Aldo Cursano, presidente di Confcommercio Toscana,il quale sottolinea: “Quanto accaduto al collega di piazza Santo Spirito, al quale va tutta la nostra solidarietà, è un fatto di estrema gravità che richiede una reazione forte e tempestiva delle forze dell’ordine, della politica e delle istituzioni affinché siano ripristinate le condizioni di una convivenza civile, sia per il rispetto di chi lavora ed eroga servizi importanti come i pubblici esercizi, sia di quanti vogliono godersi la città senza paure e condizionamenti. La sicurezza, non ci stanchiamo di dirlo, è una priorità per questa città e non è un tema di destra o di sinistra, ma è un tema di civiltà che sta diventando prioritario rispetto a qualsiasi altro. Noi imprenditori ci sentiamo vulnerabili e abbandonati nelle mani dei delinquenti: non bastava il crimine organizzato, è evidente che siamo alla mercé di ogni sbandato, perfino di qualche bulletto che si sente autorizzato a fare ciò che vuole, addirittura dentro i nostri locali.Non siamo più disposti ad assistere da testimoni impotenti a questo degrado e a questa intollerabile escalation di violenza. Abbiamo dimostrato di saper fare la nostra parte, quando si tratta di contribuire alla sicurezza e all’ordine pubblico, ma è impensabile che questi temi possano essere lasciati a chi gestisce un’attività economica. Ogni giorno insieme ai nostri collaboratori ci mettiamo la faccia rispondendo in prima persona alle aggressioni, come ha fatto il collega di piazza Santo Spirito, con tutti i rischi che questo comporta. Ma non vogliamo più vivere nella paura. Vogliamo sentirci protetti e tutelati. Legalità vuol dire libertà e democrazia significa rispetto delle regole e del prossimo: che questi valori tornino ad essere punti di riferimento per tutti”

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