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Genova, striscione di sfida degli ultrà del Genoa , cresce la tensione dopo gli scontri con i doriani

I supporter rossoblù invitano i rivali a scegliere data e luogo dove affrontarsi. Indagini della Digos per capire come è riuscito a passare nonostante i controlli

13 Maggio 2024

Genova, striscione di sfida degli ultrà del Genoa , cresce la tensione dopo gli scontri con i doriani

Niente tregua con gli Ultras Tito Cucchiaroni. La gradinata Nord lo ha detto esplicitamente nell’intervallo del match che il Genoa ha giocato (e vinto) ieri contro il Sassuolo. Tre lunghe lingue di stoffa bianca srotolate in modo che tutti potessero vedere. E soprattutto capire. Il succo di quanto i supporter rossoblù hanno scritto è nell’ultima frase: «Se un giorno vi decidete diteci dove e quando volete». Lo striscione è firmato Gradinata Nord. Sottoscritto quindi dal circolo 5R, assaltato domenica 5 maggio e dagli altri gruppi. Le conseguenze saranno di due tipi: il primo è il divieto ai tifosi genoani di partecipare alla trasferta di Roma, in programma domenica 19 alle 20.45. Era già in bilico - del resto a quelli della Samp hanno proibito di andare a Catanzaro, nonostante il gemellaggio con i calabresi - dopo questo messaggio intimidatorio il Viminale agirà di conseguenza. Difficilmente, invece, ci saranno restrizioni nella prossima gara casalinga del Genoa, ultima di campionato, col Bologna. Chiudere la Nord vorrebbe dire avere in strada 10.000 persone: impossibili da gestire per l’ordine pubblico. E oggi si riunisce l’Osservatorio sulle Manifestazioni Sportive per valutare eventuali restrizioni per i tifosi blucerchiati per il match venerdì prossimo a Palermo.

La Digos ha avviato le indagini su chi ha scritto i tre striscioni e chi li ha fatti entrare. Nessuna delle lingue di stoffa, con quello che dicevano, avrebbe potuto e dovuto superare i controlli. E neppure il filtraggio. Gli agenti guidati da Riccardo Perisi sono convinti che siano stati portati a Marassi nei giorni scorsi, probabilmente sabato o addirittura venerdì. Grazie alla complicità di qualcuno. Di sicuro qualcosa non ha funzionato. Errore da evitare, che rischia di alzare la tensione. Sul primo striscione, esposto nella parte alta della gradinata inferiore, la frase ricordava quanto successo la scorsa domenica: «5-5-2024 che sia ben chiaro a tutti, delle vostre schifezze ne pagherete le conseguenze». Sul secondo, srotolato al centro, il riferimento è alla devastazione della sede degli UTC. «Non hai difeso il tuo club perché non sei ultras ma solo spazzatura. Niente tregua e di voi nessuna paura». Infine l’ultima frase, quella di sfida, nella parte bassa della Nord: «Se un giorno vi decidete diteci dove e quando volete». L’invito al regolamento di conti, come nel 1989 con gli scontri di via Fereggiano. Dopo quell’episodio di guerriglia urbana e grazie a Mario Tullo e alla cooperativa di tifosi impiegata nella pulizia del Ferraris, tra le due tifoserie scoppiò la pace.

Il no alla tregua non ha sorpreso le forze dell’ordine, e neppure chi in questi giorni ha parlato con i capi storici di Nord e Sud. E ieri sul fronte rossoblù il rifiuto a far cessare le ostilità è stato esplicitato. Il timore è che l’escalation di tensione prosegua. Un clima diventato rovente a partire dai fatti del 5 maggio. Prima la notizia, che non ha trovato riscontro certo, del pestaggio di un tifoso blucerchiato che in piazza Alimonda festeggiava il raggiungimento dei playoff. Poi il blitz di un centinaio di ultras doriani dentro la sede del 5 R dove una quindicina di supporter rossoblù vedeva la partita in tv. Assalto frenato dalla polizia con una dirigente e un agente finiti in ospedale dopo gli scontri con i sampdoriani. A seguire la risposta, la devastazione e l’incendio nella sede degli Ultras Tito. E il giorno dopo, l’accoltellamento di uno dei responsabili del circolo 5R da parte di quattro supporter della Samp poi arrestati dalle volanti (per gli scontri con la polizia ne sono stati fermati altri due). Senza dimenticare le zuffe nella sera di lunedì (a Sestri Ponente) e martedì pomeriggio (a Sampierdarena). Piccole scaramucce senza conseguenze, neppure penali. Poi il silenzio, interpretato come armistizio. Il guanto di sfida di ieri dice che non è così.

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