15 Aprile 2024
Il giocatore della Roma N’Dicka si accascia improvvisamente portandosi le mani al petto e tutti, subito: ah, è il caldo, sono i cambiamenti climatici. Certo, è indiscutibile che un giocatore di origini africane patisca il caldo italiano di aprile, loro sono abituati a climi lapponi. Anche la matura conduttrice Simona Ventura ha avuto una paralisi “perché in studio fa freddo”. Faceva la spavalda, “adesso passa”, ma a passare la mano è stata lei, ha dovuto sospendere il suo programma. Sostenuta dall’amica Paola Perego, anche lei lesionata dopo plurime vaccinazioni, ma per caso. É sempre un caso, per tutto, solo che tutti i compagni di N’Dicka, d’accordo con quelli dell’Udinese, lievemente stravolti decidono seduta stante di smettere di giocare: non si sa mai. Con tutti questi folgorati, caduti improvvisi su tutti i campi, i circuiti, le piste… “E allora Lionello Manfredonia?”. Trentasei anni fa. Hanno riesumato anche l’incidente di Antognoni del 1981, che finì in coma per un violento calcio in testa dal portiere: cosa c’entra con uno che collassa improvvisamente, le mani al petto? Non sapendo più dove andare a parare, inventano: colpa di un colpo al petto ricevuto in un contrasto. Anche questo è lampante, ogni partita vede decine di atleti cascare stecchiti per i colpi ricevuti. Non solo dagli avversari, anche dal pallone, per non parlare dell’impatto con i pedali della bicicletta o con l’acqua della piscina. “Eh, ma non ha avuto un infarto, nessuna patologia”. Excusatio non petita! Questo significa che domenica prossima lo vedremo ancora in campo come niente fosse? Si accettano scommesse. La casistica degli atleti folgorati è sconfinata, ma sempre quella riserva tra il detto e il non detto: il vaccino non c’entra. Come no, parola di Burioni e Bassetti, loro sanno, loro non hanno motivi per mentire né margini di incertezza. Come fanno a non dargli il Nobel, il cielo solo lo sa. Le tonnellate di rilevanze scientifiche che sempre più emergono in tutto il mondo, università, centri di ricerca, laboratori, da ultimo gli stessi produttori e fornitori di questi sieri, non contano. Non rilevano. Per cancri, più o meno turbo, linfomi, mielomi e leucemie è la stessa cosa. La Verità in un lungo articolo firmato da Patrizia Floder Reitter ha riportato gli ultimi studi: “«Sono state fornite prove che l’aggiunta del 100% di N1metilpseudour idi-na (m1) al vaccino mRna in un modello di melanoma ha stimolato la crescita e la metastasi del cancro e ridotto la sopravvivenza», afferma lo studio M1è amico o nemico del cancro?, presente nel-l’ultimo numero dell’International journal of biological macromolecules. (…) L a stessa dottoressa Karikó [una dei due Stranamore premiati col Nobel per la tecnologia a rMNA] spiegava nel gennaio del 2023: «Il cancro c’era già, la vaccinazione ha dato una spinta in più al sistema immunitario, così che le cellule di difesa immunitaria si sono precipitate in gran numero sul nemico». In sintesi, l’mR n a può risvegliava un’infezione o un tumore in persone «con un sistema immunitario già indebolito». (…) mRna e Lnp possono entrare in circolo e accumularsi in una varietà di tessuti distanti», come evi-denziato in diverse ricerche, «prevalentemente nel fegato». Non venendo degradato rapidamente, l’Rna messaggero «potrebbe continuare a pro-durre la proteina Spike fino a 187 giorni». L’mRna modificato può al-terare la durata della produ-zione dell’antigene, e quindi indurre la produzione di IgG4, sottoclasse minoritaria di an-ticorpi che provocano una risposta immunitaria più debole e rendono le persone potenzialmente suscettibili a patologie anche gravi come i tumori”.
A simili ed altre rilevanze scientifiche, i virologi da caffè replicano come segue: asini, coglioni, state nello stanzino col tramezzino, culo, fica, la la la. E chiudono il discorso: sanno di avere dalla loro la grancassa dell’informazione parassitaria e il regime condiviso che impone la sua unica bugiarda verità. Mentre i morti per caso come sempre non cessano, anzi crescono: a Rimini, una di 37 anni mentre fa il primo bagno in mare (caldo o freddo?). Nel Padovano un allenatore di pallavolo 54enne, Massimo Furlan, rientra a casa dopo l’allenamento: “Non mi sento tanto bene” e schianta davanti alla moglie sconvolta. Ancora dal Padovano, un imprenditore di 54 anni, Gianluca Brioschi, viene trovato stecchito nella sua camera d’albergo a Shandongh, in Cina, dove stava per una Fiera del ghiaccio. Sotto a chi tocca, chi è il prossimo? Per esempio c’è un altro calciatore, meno famoso, impegnato in campionato Eccellenza Toscana: Mattia Giani domenica si è accasciato, come Ndicka, ma a differenza dell’altro non si è più ripreso, è morto sul prato. Si vede che a Firenze faceva più caldo che a Udine, del resto è logico.
Mi chiama un amico teatrante, uno di quelli indipendenti, famoso, ma che fa di testa sua: non si è mai vaccinato “perché del mio corpo decido io e non mi fidavo”. Mi dice: ma sai che quando propongo di portare qualcosa sui vaccini subito mi chiudono le porte, dappertutto. Ma se è tutto a posto, se la scienza ha detto la sua, se il calciatore africano N’Dicka è quasi morto di freddo, o di caldo e se il suo collega Mattia è caduto per caso a 26 anni, di che vi state a preoccupare, amici?
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