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Centrale idroelettrica di Suviana, come funziona, come è fatta dentro, causa esplosione, chi sono i dispersi

L'impianto in provincia di Bologna, ma molto vicino alla Toscana, è il più grande di tutta l'Emilia Romagna ed è stato costruito dall'Enel, la sua struttura è di tipo a pozzo realizzata sfruttando un dislivello di 375 metri tra gli invasi di Suviana e Brasimone

10 Aprile 2024

La centrale idroelettrica di Suviana teatro del grave incidente del 9 aprile

FONTE: Lapresse

Con una potenza installata da 330 MW la centrale idroelettrica di Bargi è la più potente di tutta l'Emilia-Romagna. La sua struttura è di tipo a pozzo, con un dislivello pari a 375 metri tra i due invasi di Suviana e Brasimone. Realizzata dall'Enel nel 1975 presso il comune di Camugnano vicino alle province di Bologna e Prato. 

Centrale idroelettrica di Suviana, come funziona e come è fatta

Ciò che rende particolare questo impianto è l'interscambiabilità di enormi volumi di acqua tra i due bacini a seconda delle richieste: quando la richiesta è corposa viene utilizzato per produrre energia elettrica, invece in presenza di una bassa esigenza (per esempio nelle ore notturne) ripompa l’acqua da Suviana al Brasimone. La centrale è costituita da una struttura rettangolare immersa per tre quarti nelle acque. Nei sotterranei abbiamo il settore riparazione (al piano -1) da cui partono i pozzi verticali che arrivano sul fondo dell'impianto. La tragedia si è consumata al nono piano, dove ci sono le turbine, e si trova a circa 40 metri sotto il livello. Inoltre fa parte del piano di riaccensione di tutta la rete nazionale, ed in caso di black out  è in grado di erogare la sua massima potenza nel giro di quattro minuti. Come tutte le centrali di questo tipo, anche questa di Bargi, attiva la produzione grazie all'energia meccanica che entra in funzione dopo l'arrivo dell'acqua. Da qui si innesca il meccanismo della turbina collegata ad un alternatore che trasforma così l'energia meccanica in elettrica. Non basta, occorre anche un trasformatore con una duplice funzione: da una parte abbassa l'intensità della corrente, dall'altra alza la tensione a migliaia di volt così da ottemperare alle perdite per il riscaldamento dei conduttori durante il trasporto. L'impianto è costituito da una diga che che blocca il flusso d'acqua creando così un lago artificiale, dalle condotte artificiali che accompagnano l'acqua verso la turbina e dalla centrale idroelettrica al cui interno si trovano i gruppi di generazione dell'energia costituiti dal sistema turbina alternatore.

Esplosione centrale idroelettrica di Bargi, la causa

A meno di 24 ore dalla tragedia non è facile dare una risposta certa circa le cause del disastro, soprattutto perché sono ancora in corso le difficili operazioni di soccorso e il sito - invaso di fumo e acqua - non consente di svolgere indagini approfondite. Ma dalle prime indiscrezioni, la causa sarebbe da ricercare da un'esplosione di un trasformatore posto tra l'ottavo e nono piano dell'impianto, dove erano in corso dei lavori di manutenzione ordinaria. Il luogo dell'incidente è posto a circa 30 metri sotto il livello dell'acqua il che rende ancora più problematica la situazione. 

Esplosione centrale idroelettrica a Bologna, chi sono i dispersi

Il bilancio della tragedia è purtroppo pesante: tre morti, quattro dispersi e cinque feriti gravi. Le tre vittime identificate sono Vincenzo Franchina, 36 anni, di Sinagra (Messina), Pavel Petronel Tanase, 45 anni, di origini romene ma residente a  Settimo Torinese (Torino) e Mario Pisano residente a San Marzano di San Giuseppe (Taranto), 73 anni. Proseguono le  complicate ricerche dei quattro dispersi, con poche possibilità che vi siano dei superstiti: "Non stiamo lavorando con molte speranze di trovare vivi i dispersi, lo scenario che abbiamo davanti non ci dà questa idea", sostiene Luca Cari, dirigente comunicazione dei Vigili del fuoco. Vincenzo Franchina, Mario Pisani e Pavel Petronel Tanase sono morti sul colpo. Le tre vittime erano operai in appalto e lavoravano per ditte esterne. Oltre ai 4 dispersi, anche loro quasi tutti impiegati in aziende esterne, ci sono 5 feriti ricoverati in gravi condizioni tra Bologna, Cesena, Parma e Pisa. Altri 3 operai sono rimasti illesi nell’incidente.

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