09 Marzo 2024
Chi ha frequentato La Sapienza, o comunque un minimo conosce i trascorsi storici dell'Ateneo romano, sa bene che oltre le mura di Piazzale Aldo Moro le questioni politiche sono cosa seria.
Senza voltarsi troppo indietro nel tempo fino alle lotte studentesche degli anni settanta, in questo caso giova ricordare che nel 2007, non chissà quando, a un certo Benedetto XVI, per gli amici il Papa, fu impedito di parlare in occasione di un convegno sulla pena di morte.
Che ci volete fare? É La Sapienza, un ring che non conosce il fair play, solo che quello era il Papa, non un giornalista qualsiasi come Parenzo, ma in questo caso l'approccio mediatico ha assunto connotati che superano certe apparenze.
Parenzo è uno con la lingua tagliente? Ni, diciamo che di fronte a una telecamera, quando sa di rappresentare la forza di una maggioranza certa, non ci pensa due volte a tramutarsi da leprotto a Tigre della Malesia.
Come dimenticare la sua furia e i suoi richiami alla giusta censura contro tutti coloro i quali mettevano in discussione il famoso vaccino per il Covid, indimenticabili alcuni suoi "anatemi" contro i famosi No Vax (cosa strana, sono ancora tutti vivi e vegeti), o le sue parole di fuoco contro chiunque sollevasse il minimo dubbio sulla guerra in Ucraina, per non parlare del suo sostegno incondizionato alla politica giudea di Netanyahu colpevole dell'attuale genocidio palestinese.
Orbene, se c'é un potere forte da rappresentare, sia esso quello farmaceutico, quello americano o quello giudeo, David Parenzo c'é, state tranquilli, ma dovete dargli uno studio televisivo e la giusta comfort zone, sennò il gioco non riesce.
Purtroppo, dispiace prenderne atto, questa volta il nostro paladino delle "sue" giuste cause, si è trovato di fronte alla libertà di pensiero ed espressione, un colpo insopportabile per la voce la voce de La Zanzara.
Ma come sono andati realmente i fatti? Non esattamente come vengono raccontati.
Ricapitolando, Parenzo è stato invitato a un evento a La Sapienza, fin qui tutto nella norma. Peccato però che gli studenti organizzatori abbiano scambiato le aule dell'università per della sale convegno private, impedendo a chi voleva partecipare e "contestare democraticamente" in sede di dibattito, di partecipare. Questo ha scatenato le ire degli studenti lasciati fuori la porta che giustamente hanno iniziato a protestare in modo vivace, senza arrivare alla violenza fisica o robe simili.
Parenzo, da buon "paraguru", ha acceso la telecamera del telefonino interpretando la parte che a un ebreo riesce meglio, ovvero quella del "vittimo", urlando "Non mi fanno parlare!", e riprendendo chi lo accusava di fascismo e di essere complice del genocidio a Gaza. Ovviamente, finito tutto, ha rilanciato la notizia sui social perché il marketing è importante.
Questa è la verità dei fatti.
Ora, detto che la contestazione è un diritto sacrosanto di tutti i cittadini, detto che l'università è il tempio del sapere e della democratica libertà di contestare, detto che La Sapienza è storicamente un luogo non facile, e detto che di fatto Parenzo non si è mai dissociato dalle porcate assassine e criminali di Bibi il macellaio, non si capisce questo clamore della stampa, o forse sì, si capisce: non hanno fatto parlare un ebreo, il che è male, molto male.
Di Aldo Luigi Mancusi
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