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Genova, indagine della Dda su scommesse clandestine e giro di usura, nove misure di custodia cautelare

La Procura aveva contestato l'aggravante del metodo mafioso, ma il gip non l'ha ravvisata. In carcere è finito un esponente dei clan, già condannato in passato

06 Marzo 2024

Genova, indagine della Dda su scommesse clandestine e giro di usura, nove misure di custodia cautelare

Usura, esercizio abusivo di scommesse, associazione a delinquere e autoriciclaggio. Sono i reati contestati a nove persone destinatarie di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari di Genova, su richiesta della Procura della Repubblica - direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo. La misura è stata eseguita dal personale della squadra mobile e della Sezione investigativa del servizio centrale operativo di Genova (Sisco) della polizia su persone residenti tra Genova e la provincia di Alessandria. Tre sono state portate in carcere, tre agli arresti domiciliari mentre per altre tre è scattato l'obbligo di dimora. Uno degli arrestati, Roberto Sechi, è stato condannato nel 2006 con sentenza definitiva alla pena di cinque anni e quattro mesi di reclusione poiché riconosciuto partecipe di un sodalizio di stampo mafioso presente sul territorio genovese e capeggiato dalla famiglia Fiandaca, di origine

I reati, commessi dal 2019 fino ad aprile 2022, per i quali il giudice per le indagini preliminari ha parzialmente accolto la richiesta di applicazione di misure cautelari avanzata del pm sono usura aggravata, esercizio abusivo delle scommesse, associazione per delinquere finalizzata all’organizzazione abusiva delle scommesse, autoriciclaggio (per somme pari a 85.645,10 euro, perpetrato scommettendo in maniera sistematica e tramite il meccanismo delle “giocate a copertura” su eventi sportivi adoperando i canali leciti). Ad alcuni degli indagati sono stati contestati il reato di estorsione e l’aggravante del metodo mafioso al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa denominata “famiglia Fiandaca”, nonché i reati di usura e associazione finalizzata alla raccolta abusiva delle scommesse. Ma il gip non ha ravvisato l'aggravante.

I reati di usura contestati risultano perpetrati ai danni di due persone, di cui uno affetto da problemi di ludopatia, di una famiglia titolare di vari locali di ristorazione a Genova (destinatari di prestiti pari a complessivi  25.000 euro, per i quali venivano chiesti tassi di interesse pari al 53% quanto al prestito di 10.000 euro, nonché al 10% mensile, poi ridotto al 3,3% quanto al prestito di 15.000 euro, Altra vittima è il proprietario di un appartamento, intenzionato a venderlo, ma che trovava difficoltà nelle trattative per la cessione a causa della pendenza (in base a quanto emerso allo stato nel corso delle indagini) di una procedura esecutiva gravante sull’immobile e bisognoso pertanto della pronta disponibilità di una somma di denaro che gli avrebbe consentito di liberarlo, consentendone la cessione (destinatario del prestito di 10.000 euro a fronte di un tasso di interesse richiesto pari a 8,33% mensile),

In mano agli strozzini è finito anche un venditore ambulante di frutta e verdura, in condizioni economiche precarie, che non gli consentivano di approvvigionarsi della merce da rivendere al dettaglio (destinatario del prestito di 12.000 euro a fronte di un tasso di interesse richiesto pari al 10 % mensile).

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