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Brigate Rosse, Barbara Balzerani morta a 75 anni partecipò, all'agguato di via Fani del 1978 e del giudice Minervini due anni dopo

Si è spenta questa mattina l'ex brigatista protagonista, tra gli altri, dell'agguato di via Fani a Roma nel 1978 in cui morì tutta la scorta di Aldo Moro, per via della lunga latitanza fu detta la "primula rossa"

04 Marzo 2024

L'ex brigatista Barbara Balzerani

FONTE: Lapresse

Si è spenta questa mattina, dopo una lunga malattia, Barbara Balzerani, detta la "primula rossa", esponente di spicco delle Brigate Rosse e dirigente della colonna romana. Nata a Colleferro 75 anni fa, nel 1975 aderì alle Brigate Rosse prendendo parte ad uno degli episodi più efferati della Banda: l’agguato di via Fani nel 1978, in cui morì l’intera scorta di Aldo Moro. Durante il sequestro del leader della Democrazia Cristiana, insieme a Mario Moretti, occupò la principale base operativa brigatista di via Gradoli 96 a Roma. Partecipò a numerosi omicidi, tra cui quello del magistrato Girolamo Minervini nel 1980. L'anno successivo fu protagonista del sequestro del generale della Nato James Lee Dozier. Con l'inizio della crisi delle Br fu arrestata assieme a Gianni Pelosi nel 1985 dopo un lungo periodo di latitanza. Insieme ai compagni Renato Curcio e Mario Moretti partecipò ad un’intervista televisiva nella quale i tre ex brigatisti ammisero conclusa l’esperienza della lotta armata in Italia e decretarono la resa definitiva delle Br e l’abbandono della lotta armata.

Barbara Balzerani, morta a 75 anni l'ex brigatista mai pentita

Mai pentita, né dissociata, nel 1993 dichiarò di provare “un profondo rammarico per quanti sono stati colpiti nei loro affetti a causa di quegli avvenimenti e che continuano a sentirsi offesi ad ogni apparizione pubblica di chi, come me, se ne è reso e dichiarato responsabile”. Nel 2003 chiude definitivamente la stagione rossa dichiarando di non esserci motivi di una ripresa di attività delle Nuove Brigate Rosse, e definì la scelta della lotta armata e della clandestinità “assolutamente improponibile” nel contesto odierno. In carcere, la Balzerani confessò l’omicidio dell’ex sindaco di Firenze, Lando Conti, avvenuto nel 1986. Nel 2006 le era stata concessa la libertà condizionale. Tornò definitivamente in libertà nel 2011, dopo aver scontato la pena, trovando impiego in una cooperativa di informatica.

Ferita ancora aperta per i parenti delle vittime

Barbara Balzerani lascia dietro di sè molti interrogativi oltre alla lunga scia di sangue. “La notizia della morte di Barbara Balzerani mi ha scombussolato. La giustizia vera è quella del Signore e adesso deve rispondere a Dio, a noi non lo ha fatto”. Dice Adriana Zizzi, sorella di Francesco il poliziotto della scorta di Aldo Moro ucciso nell’agguato di via Fani, Barbara Balzerani. “Di fronte alla morte non ci sono parole, solo il rammarico perché è venuta a mancare una vita umana, che ha avuto i suoi errori, i suoi sbagli, il suo passato terribile, soprattutto per la società. Ma di fronte alla vita umana c’é solo da farle una preghiera. Ha sbagliato, ha creato dolore ma io non provo odio, perché l’odio distrugge. Pregherò per lei, perché ovunque sarà possa essere accolta”. Così Giovanni Ricci, figlio di Domenico, carabiniere ucciso nell’agguato di via Fani.

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