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Vannacci, incarico a Mosca, procura indaga per peculato e truffa: "Falsi rimborsi e indennità non dovute", lui: "Avrò dato fastidio a qualcuno"

Il generale ha replicato a quanto uscito quest'oggi su tutti i giornali, definendo tutto questo "una porcheria"

24 Febbraio 2024

Vannacci alle Europee con la Lega

Vannacci, fonte: imagoeconomica

Il generale Roberto Vannacci è sotto inchiesta per peculato e truffa. Stando a quanto si apprende, un’ispezione del ministero della Difesa sul periodo in cui ha ricoperto l’incarico di addetto militare a Mosca evidenzierebbe "criticità, anomalie e danni erariali" nelle richieste di rimborso effettuate con autocertificazione. Da qui la procura militare ha deciso di aprire un’inchiesta. Il generale ha replicato a quanto uscito quest'oggi su tutti i giornali, definendo tutto questo "una porcheria". 

Roberto Vannacci, inchiesta per peculato e truffa, procura militare indaga su incarico a Mosca: "Falsi rimborsi e indennità non dovute"

Roberto Vannacci indagato per peculato e truffa. L'ispezione ministeriale, eseguita per ordine dello Stato maggiore della Difesa, si è conclusa con almeno tre contestazioni. Da quanto risulta, le verifiche hanno riguardato l'incarico di addetto militare a Mosca. Nell'informativa si parla di "criticità, anomalie e danni erariali nelle autocertificazioni e richieste di rimborso depositate". Gli ispettori sostengono che l'autorità giudiziaria deve valutare quanto emerso dall'ispezione: per l’uso di un’auto di servizio si valuta un danno erariale da 9 mila euro, che si aggiungono alle contestazione su dei presunti rimborsi ricevuti per la moglie e per le figlie e le spese per la “Promozione del paese Italia” nei ristoranti della capitale della Russia. Vannacci ha replicato all'inchiesta dicendo che si tratta di "una porcheria", sostenendo di aver dato "fastidio a qualcuno".

Le autocertificazioni

L’incarico in Russia è cominciato il 7 febbraio del 2021 ed è terminato il 18 maggio 2022, quando Mosca decretò l’espulsione di diplomatici e militari italiani per rispondere a una scelta di Mario Draghi. Secondo le ricostruzioni, le verifiche sono durate 10 giorni: esattamente dal 20 novembre al primo dicembre 2023 e riguardano la gestione amministrativa dell’ultimo quinquennio. Come già spiegato, una prima contestazione riguarda le autocertificazioni, per le quali Vannacci avrebbe percepito l’indennità di servizio. I soldi sarebbero stati versati, ma sono emerse incongruenze tra le dichiarazioni del generale e i dati riscontrati sui passaporti della moglie e delle figlie, che non coinciderebbero con quelle delle richieste di rimborso.

Le feste e le cene

Il secondo punto riguarda le feste e le cene. Vannacci, stando all'inchiesta, avrebbe ottenuto rimborsi per spese sostenute impropriamente e organizzato incontri conviviali per la “promozione del paese Italia” presso ristoranti di Mosca e la propria abitazione. Vittorio Parrella, indicato come partecipante a queste cene, però, ha smentito di aver presenziato e ha messo in dubbio l’effettiva esistenza di eventi organizzati. E poi c'è anche un'altra incongruenza: tra le richieste di rimborso ce n’è anche una che si sarebbe svolta nell’alloggio di servizio il 23 maggio 2023 (quando i militari erano stati già espulsi dalla Russia), eppure nella stessa data risulta eseguito il trasloco dei mobili e delle masserizie dall’abitazione.

L'auto aziendale

Infine l'auto aziendale, ossia una Bmw. Vannacci avrebbe speso 9 mila euro per l’automobile senza autorizzazioni. Secondo i numeri analizzati dagli ispettori "nel luglio del 2018 lo Stato maggiore aveva autorizzato l’alienazione dell’auto entro il 31 ottobre 2018 e comunque al manifestarsi di inefficienze che potevano richiedere onerosi interventi di manutenzione". Riportando sempre quanto emesso nell'inchiesta ai danni del generale, Vannacci e il suo predecessore, il generale Alfonso Miro, non avrebbero però rispettato le disposizioni e da lì sono partite "le valutazioni di eventuali profili di responsabilità amministrativa e connesso danno erariale relativo alle spese sostenute".

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