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Generale Vannacci in politica e protesta degli agricoltori: in mille fecero l’Italia, ma a capo c’era Garibaldi

Un caso tutto italiano di qualunquismo o un nuovo unificatore?

31 Gennaio 2024

Caso Vannacci, una folata di fumo che ci dice una cosa: i globalisti odiano il dissenso, cdx complementare al csx

Vannacci, fonte: Facebook @News by ILMeteo

Guerre, nuove pandemie all’orizzonte, deficit pubblico (nostro e americano), recessione economica, violazione dei diritti umani e costituzionali, BRICS… Come se niente fosse: il dibattito è sul caso Salis e su Marco, la transgender incinta.

Una colonna interminabile di trattori marcia verso Voghera, un drone la filma dall’alto e l’autore di queste immagini ha l’idea geniale di mettere in sottofondo la colonna sonora del film L’ultimo dei Mohicani: mi sono commosso.

Non ho mai avuto tentazioni eversive, sono un convinto sostenitore della democrazia parlamentare, un moderato. Nella mia famiglia ci furono antifascisti veri (uno morto partigiano), ma non faccio come i sionisti, non mi attribuisco meriti di antenati come non mi sentirei vittima della Shoah senza esserlo stato personalmente.

Ciò nonostante, se fossi il Generale Vannacci oggi sarei a Casteggio, insieme agli agricoltori. Per fortuna, non sono Vannacci, che probabilmente verrebbe cacciato. Perché – anche se La Repubblica scrive che la protesta degli agricoltori è manovrata da no vax e neofascisti – non è vero.

Ci sono proteste legittime e spontanee, rare ma indispensabili quando la politica mette a rischio la sopravvivenza di un’intera categoria.

Questo è il caso: tra poco salirò in automobile e andrò a Casteggio. E’ un piccolo ma doveroso gesto di solidarietà verso questi uomini e donne ai quali si vuole impedire il libero esercizio della propria attività.

L’Unione Europea pretende di dettare le regole e l’Italia esegue gli ordini. E’ uno spettacolo desolante. Nessuno (a parte un manipolo di persone con la schiena dritta: penso alla marcia dell’amico Giudice Paolo Sceusa) si è ribellato al Green Pass, agli obblighi vaccinali, al sostegno a guerre scatenate dalla volontà dell’Impero americano di mantenere il proprio dominio ad ogni costo.

Quella degli agricoltori è la prima vera protesta organizzata e io voglio esserci.

Io sono contro la devoluzione della nostra sovranità nazionale all’Unione Europea, alla Banca Centrale Europea, all’OMS finanziata da Bill Gates, sono contro la guerra (tutte le guerre, sono un pacifista convinto) ma soprattutto sono contro la guerra sporca che anche l’Italia sta combattendo contro la Federazione Russa, sono contro il genocidio in atto a Gaza. Per me essere un vero democratico significa rispettare non soltanto il diritto di ogni singolo essere umano, ma i diritti delle comunità, ciascuna delle quali ha diritto all’autodeterminazione. Difendo i diritti delle minoranze – di tutte, non soltanto di quella LGBT – ma anche dei russofoni del Donbass, discriminati e uccisi dagli ucraini con l’appoggio italiano e le armi pagate anche da me dal 2014.

Io queste cose le scrivo da tre anni, ogni settimana. Chi mi ha letto, sa che non ho mai usato i toni sopra le righe che tanto aumentano il numero dei lettori. Non ho mai corteggiato la massa, elitario sono ed elitario morirò, senza commettere l’errore di Mario Monti: chi è elitario non può essere popolare.

Ma su questi temi il Generale Vannacci cosa pensa? Crede forse che sia sufficiente scrivere quattro banalità politicamente scorrette per guadagnarsi i voti per entrare al Parlamento europeo? (Ha perfettamente ragione, mi scuso se mi sono lasciato prendere dalla foga: prima di lui chiunque abbia detto banalità o slogan per subnormali ha avuto un enorme successo mediatico: penso a Bossi, Di Maio, al Presidente del Consiglio in carica: tutta gente alla quale non affiderei il mio cane).

Più sei cinico, più capisci che per essere popolare devi alzare la voce e dire cose alla portata di tutti.

E, naturalmente, è più facile scalare le gerarchie politiche entrando in un partito come la Lega, che è sempre stata la feccia, la vergogna di questa Nazione. Come altro si può definire un partito nato dal sentimento di superiorità dei lombardi nei confronti del resto d’Italia? Nati razzisti e bugiardi, con tutta la loro falsa prosopopea delle origini celtiche, le ampolle di acqua del Po, le adunate a Pontida vestiti come vichinghi: una sagra di paese che con lo slogan Roma ladrona ha portato a Roma uno come Salvini, che ha governato insieme a Conte nel periodo peggiore della Storia repubblicana.

Ma attenzione, Generale Vannacci, così lei perde la sua occasione storica. Lei non è un cretino, capisce da solo che cavalcando la vera dissidenza - quella che nasce dal basso, per il disgusto degli onesti cittadini nei confronti di uno Stato che li ha traditi, che ha mentito, che li vuole impoveriti, privi di dignità – lei può davvero essere un protagonista.

No, non voglio i colonnelli. Non invoco una seconda marcia su Roma. Vorrei che, democraticamente eletto in un partito della dissidenza (ne esistono ma nulla le vieta di costituire il suo), lei lottasse contro le vere ingiustizie, non contro Vladimir Luxuria.

Il mio è soltanto un sogno, ma mille sognatori unificarono l’Italia. Certo, a capo c’era Giuseppe Garibaldi (e dietro di lui l'Impero britannico e la massoneria… ma questa è un'altra storia).

di Alfredo Tocchi, 31 gennaio 2023

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