29 Gennaio 2024
I reati commessi da minori a Genova sono aumentati del 30% nel 2023 rispetto all’anno precedente. È quanto emerso dalla relazione del procuratore generale Mario Pinelli nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario avvenuta ieri nel capoluogo ligure. Il bilancio da un lato dice che i reati commessi dai minori di 14 anni diminuiscono, ma dall’altro registra un aumento dei procedimenti a carico di imputati minorenni di età superiore ai 14 anni, che ha portato a 1.844 iscrizioni nel registro degli indagati contro le precedenti 1.665 dell’anno precedente.
Un dato che significa un 30% rispetto al 2021, ovvero il primo anno dopo il periodo pandemico. Di questi numeri una delle caratteristiche è che sono sostenuti dalla crescita dei reati commessi da minori stranieri non accompagnati (passati da 777 a 1.110, con una crescita addirittura del 43%). “Una diffusa estrinsecazione di violenza – ha detto Pinelli – resa palese anche dalla crescita di reati quali le rapine. E la inclinazione criminale dei minori, spesso manifestata contestualmente al loro arrivo in Italia, lascia anche realisticamente ritenere, oltre alla loro aggregazione in pericolose baby gang, anche un concertato instradamento in canali di illegalità gestiti da organizzazioni criminali“. I numeri sono allarmanti: le rapine commesse da minorenni sono passate da 102 a 125; i furti da 277 a 335; i reati in materia di stupefacenti da 246 a 263, le violenze sessuali sono più che raddoppiate e quelle con vittime minorenni sono passate da 38 a 55. E sono diversi i fenomeni di violenze fatte dal “branco”. “In assenza di decisi interventi anche sul fronte repressivo – ha sottolineato il procuratore generale, “il quadro, così sommariamente esposto, sarà purtroppo destinato ad aggravarsi ulteriormente”. La chiosa di Pinelli punta il dito nuovamente sui numeri: “L’anno scorso sono stati denunciati circa ventimila reati contro il patrimonio, tra rapine e soprattutto furti in appartamento. Soltanto 3500 con autori noti, il resto invece i responsabili sono ignoti. Questo è per sottolineare le difficoltà che hanno le forze dell’ordine nell’indagare su questo genere di reati. Ma è un segnale che si trasmette alla gente che non è rassicurante”.
C’è poi il problema degli organici di Procura e Tribunale: modernità e innovazione per il sistema giudiziario ligure, nonostante i passi in avanti fatti, sono ancora obiettivi da raggiungere. Ai problemi strutturali degli edifici che ospitano Procure e Tribunali si aggiunge una carenza di magistrati che viene segnalata ovunque. “La media del personale che manca è del 30 per cento ed in via di peggioramento. Con uffici in cui addirittura manca un magistrato su due”, a lanciare l’allarme è la presidente della Corte d’Appello di Genova, Elisabetta Vidali, durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario. “Preoccupa in tutto il distretto, ma soprattutto in Corte d'Appello – ha denunciato durante la lettura della relazione la presidente Vidali - il numero sempre più crescente delle vacanze magistratuali”. E ha aggiunto: "Sarà impossibile per gli uffici avviare una effettiva ed imponente riduzione dell'arretrato e dei tempi del processo come richiesto dal Pnrr senza la copertura degli organici amministrativi, posto che senza il personale di supporto il lavoro dei magistrati, pur efficientemente organizzato, si rivela inefficace”. Le conclusioni di Vidali sono rivolte a quanto si potrà fare per migliorare il sistema giudiziario: "Si auspica che gli addetti all'ufficio per il processo possano divenire ancor di più una risorsa a disposizione dei magistrati quale supporto indispensabile per la metabolizzazione degli atti processuali, la redazione di minute di provvedimenti, la predisposizione di archivi giurisprudenziali ed appunti individuali e di uso collettivo, e ciò in maniera adeguata e stabile".
Si aggrava – rivela ancora la presidente della Corte d’Appello di Genova - la situazione del sovraffollamento negli Istituti di pena della Regione Liguria e di Massa (competenza della Corte d’Appello di Genova): “Permangono le condizioni di grave sovraffollamento carcerario, essendo presenti al 30 giugno 2023 1625 detenuti nel distretto (rispetto ai 1.539 detenuti presenti alla stessa data del 2022) a fronte di una capienza regolamentare di 1284 detenuti”. In termini assoluti le carenze risultano più accentuate negli istituti della città di Genova, con una percentuale di sovraffollamento particolarmente elevata per Marassi (percentuale del 30,65%) e per Pontedecimo (47,91%), oltre che per Imperia, con una percentuale di sovraffollamento del 35,84%. Gli ultimi episodi, in particolare nel carcere di Sanremo dove è stato aggredito violentemente Alberto Scagni, l’uomo che ha ucciso la sorella Alice e che in primo grado è stato condannato a 24 anni e 6 mesi, fanno temere nuovi episodi violenti. Ma soprattutto, ed è questo l’effetto più immediato del sovraffollamento, il ricorso dei reclusi che chiedono il risarcimento.
Sono in aumento i reati in tema di infortunistica sul lavoro, colpe professionali e reati in materia di alimenti: solo a Genova sono 518 procedimenti a carico di noti, a fronte di 459 nel periodo precedente. Tra questi 17 sono i procedimenti genovesi che riguardano omicidi colposi a seguito di infortunio sul lavoro. “Per quanto riguarda i reati contro la pubblica amministrazione, invece, presentano una sensibile crescita di iscrizioni per peculato”, rivela il procuratore generale Pinelli. La Procura di Genova dalle 39 iscrizioni dell’ultima rilevazione si attesta nel 2023 su 65 procedimenti. “Per il resto le fattispecie di reato più ricorrenti continuano a essere quelle dell’abuso di ufficio (nel Distretto giudiziario si è passati da 163 a 189) e dell’omissione di atti d’ufficio (da 113 a 139).
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