16 Gennaio 2024
Da oggi, Bologna diventa "Città 30". Questa misura, già adottata in gran parte dell'Europa, stabilisce un limite di velocità di 30 chilometri orari per quasi tutto il perimetro comunale, con eccezioni rappresentate dai viali di circonvallazione e le vie ad alto scorrimento, dove il limite rimane di 50 chilometri orari.
I motivi di questo provvedimento, fortemente voluto dal sindaco Lepore (PD), sarebbero quelli di incentivare la mobilità sostenibile, migliorare la sicurezza delle strade, ridurre l’inquinamento e il rumore, oltre che rendere il traffico più fluido. Negli ultimi mesi sono stati posizionati nuovi cartelli, è stata dipinta per le strade la nuova segnaletica e sono stati installati sistemi di rilevazione del traffico in vista dell’entrata in vigore dell’ordinanza che autorizza i controlli e le sanzioni.
Tuttavia, l'implementazione iniziale ha suscitato alcune perplessità e le prime proteste arrivano dagli addetti ai lavori: "Dopo la prima mattinata, abbiamo bus con in media 23 minuti di ritardo a causa dei 30 km/h di limite. I tempi programmati vengano adeguati alla realtà perché le persone alla fermata hanno bisogno di sapere quando passa il bus, e oggi non è così", apre Max Colonna, delegato tpl di Uiltrasporti.
"Un avvio che ci lascia perplessi", dice Fabio Piccinini, segretario generale Emilia Romagna per Uiltrasporti, "per quello che ho visto, posso dire che la vedo una forma pubblicitaria sostanziale. Prima di approvare un progetto del genere, mi aspetto che anche la conformazione stradale sia pronta a quel sistema", continua il segretario. Sulle sanzioni, non ci saranno velox fissi ma saranno fatti controlli a campione e, sempre per Piccinini, è "molto probabile la decurtazione di punti o sanzioni a carico di lavoratori o lavoratrici. Siamo contrari a come è stato messo in atto il progetto, non al progetto in sé", chiude Piccinini.
Attiva anche l'opposizione comunale, con Fratelli d'Italia assieme a Lega e Forza Italia schierati in prima linea contro questo provvedimento del sindaco Lepore (PD). I tre partiti hanno formato il comitato 'No Città 30', di cui deve essere ancora designato il presidente, che sarà civico, aperto "a tutta la città" e a i partiti e le associazioni che vorranno. L'obiettivo è arrivare alla possibilità di referendum abrogativo, per il quale sono necessarie 9000 firme in 3 mesi.
"Noi crediamo che Città 30 non risolva il problema degli incidenti stradali, forse risolverà il problema del Comune di Bologna con le multe, ma non salverà delle vite", dice il senatore FdI, Marco Lisei. "Crediamo che il referendum consultivo serva a questo - prosegue - e come partito di governo mettiamo a disposizione tutto ciò che abbiamo". Parole a cui fa eco il capogruppo in Comune di FdI, Stefano Cavedagna: "Questa iniziativa la doveva fare il sindaco mesi fa. Il centrodestra vuole andare in questa direzione e vuole aprirsi a tutta la città. Registriamo invece una reticenza della giunta in questa direzione".
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia