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Alfredo Cospito, chiesta revoca 41 bis dalla Direzione Antiterrorismo e Antimafia, l'avv: "Già esclusa istigazione da Tribunale Riesame"

Il Tribunale di Sorveglianza di Roma sta prendendo in considerazione la revoca del 41 bis per Alfredo Cospito. Lo fa sapere l'avvocato dell'anarchico, secondo cui le basi che presupponevano il carcere duro non sarebbero più riconosciute dallo stesso tribunale

19 Ottobre 2023

Alfredo Cospito, chiesta revoca 41 bis dalla Direzione Antiterrorismo e Antimafia, l'avv: "Già esclusa istigazione da Tribunale Riesame"

Potrebbe aprirsi un nuovo capitolo nell'affaire Alfredo Cospito, l'anarchico sottoposto a regime di 41 bis. Il legale dell'insurrezionalista, avvocato Flavio Rossi Albertini, ha infatti comunicato che la Direzione Nazionale Antiterrorismo ed Antimafia ha chiesto al Tribunale di Sorveglianza di Roma la revoca del regime di carcere duro per il suo assistito. Era stato lo stesso avvocato Albertini a presentare il ricorso contro i rigetti del Ministro della Giustizia Nordio delle istanze di revoca del 41 bis precedentemente avanzate.

La Direzione dell'Antiterrorismo chiede la revoca del 41 bis a Cospito 

Secondo quanto espresso dalla difesa al Tribunale di Sorveglianza di Roma, "il presupposto applicativo del regime cautelare del 41 bis adottato nei confronti di Alfredo Cospito è stato espressamente individuato nella necessità di interrompere l'attività comunicativa dello stesso, al fine di sanzionare l'istigazione ravvisata nel suo contenuto".

Da questa base dialettica, quindi, il legale ha evidenziato come, a suo avviso, la possibilità di tali attività non siano in realtà considerate dal tribunale: "Per due volte il Tribunale del Riesame ha escluso che le esternazioni di Cospito siano idonee a istigare, ovvero che le stesse rappresentino indicazioni idonee ad indirizzare i soggetti presenti all'esterno a determinarsi a specifiche condotte criminose, ritenendo al contrario che le medesime si sostanzino nella manifestazione del pensiero politico del suo autore".

Albertini, quindi, continua: "Questo fatto rappresenta un indubbio e scardinante elemento di novità che doveva necessariamente condurre il ministro ad una rivisitazione urgente e non differibile del regime differenziato in esecuzione".

Il penalista conclude quindi il reclamo esprimendo esplicitamente i propri dubbi sulla linea attualmente tenuta dal guardasigilli: "Risulta incontestabile l'illegittimità del silenzio rifiuto serbato dal ministro rispetto agli elementi di novità addotti dalla difesa nell'ambito della valutazione in alcun modo politica, bensì squisitamente giuridica allo stesso demandata dal momento che non si rinvengono più gli elementi normativamente richiesti per il mantenimento del regime differenziato a carico".

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