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Roma, Ztl in fascia verde: un disastro annunciato che dal 1 novembre minaccerà la libertà dei cittadini

Conto alla rovescia a Roma per un reale passo indietro di Comune e Regione sulle Ztl della fascia verde. La piazza si farà sentire ancora ma il disastro annunciato rischia di essere quello elettorale

29 Settembre 2023

Roma, Ztl in fascia verde: un disastro annunciato che dal 1 novembre minaccerà la libertà dei cittadini

Dopo le forti proteste per l'introduzione di 51 nuovi varchi di Ztl con telecamere a Roma, le istituzioni hanno deciso di rinviare fino al 31 ottobre 2023 lo stop ai diesel Euro 4  e ai veicoli commerciali e ciclomotori a gasolio nell’area della Fascia verde, una “non” soluzione che minaccia seriamente la libertà del cittadino. Sì perché queste zone a traffico limitato con regole così stringenti e telecamere che impediscono l'accesso in una città vanno oltre quello che un comune può fare, diversamente si va verso un tentativo di controllo sociale e con la ghettizzazione di interi quartieri. Ma soprattutto, ad oggi,  ancora non si conosce cosa succederà dal 1 novembre.

Per il Comune, infatti, sembra che la priorità rimanga la Ztl, quando invece si potrebbe  pensare alla spazzatura, alla sicurezza, alle buche, insomma a risolvere i problemi. A fronte di questo rinvio e qualche tentativo di deroga, infatti, non si è  vista una vera programmazione per il potenziamento dei mezzi pubblici ed ad oggi assistiamo quotidianamente a disagio in cui il cittadino si ritrova anche solo per la mancanza di manutenzione del parco mezzi. La risposta del Comune alle proteste dei cittadini è stata che la contestata delibera comunale di novembre 2022 recepiva il piano regionale sulla qualità dell'aria. L'hanno buttata sulla burocrazia, come sempre. Tentando sulla carta di fare marcia indietro dopo le forti proteste e il rischio del clamoroso autogol ma, di fatto, posticipando il problema con qualche deroga tecnica momentanea e senza una visione politica a favore del cittadino.

In realtà, l'idea che accompagnava questa ampia nuova Ztl era quella  di realizzare il progetto della Città in 15 minuti, cioè chiudere con i varchi zone quartieri che poi sarebbero dovute essere a misura d'uomo per i residenti. Un progetto irrealizzabile senza investimenti e incentivi che rischia di intasare il traffico ulteriormente ma soprattutto di ghettizzare le persone. Un po' lo stesso principio con cui sono stati concepiti molti quartieri  di estrema periferia che abbandonate  a se stesse sono diventate borgate ad alto disagio sociale. A Oxford, dove questo progetto è già realtà, e parliamo di una piccola città,  ci sono forti proteste  perché anche coloro che sono residenti hanno cento autorizzazioni ogni anno per attraversare i varchi di accesso. Una follia.  Un vero e proprio tentativo di controllo sociale. C'è inoltre, un'altra  tendenza in atto in molte zone residenziali, ossia, diminuire pian piano tutti i servizi al cittadino come gli uffici comunali o  le banche che vogliono fare sempre più prestazioni on line e togliere i servizi sul territorio. Spero che ci sia una controtendenza in futuro visto che l'online non risponde a nessuno e per chi non è pratico diventa molto difficile.

Inoltre,  già esistono zone  a traffico limitato che delimitano le aree del centro di Roma e costano in maniera esagerata.  Per il permesso a superare i varchi in centro si arriva a pagare anche 3 mila euro l'anno. Ora, oltre a limitare il commercio delle aree centrali che talvolta sembrano zone desertificate, non è accettabile pensare di vivere in città con ztl così stringenti e con regole con cui viene impedita la libertà del cittadino. Già dal 2018 nella zona della ztl  del cosiddetto anello ferroviario, infatti,  non possono circolare veicoli euro 2 ed euro 3. Dal primo novembre 2024, poi,  secondo la delibera,  lo stop riguarderà anche le auto a benzina euro 3 e ai diesel euro 5 a cui si aggiungono veicoli commerciali a gasolio euro 5. Ma veramente dobbiamo cambiare tutti l'automobile con i costi che già sopportiamo? E chi non può? Neanche uno straccio di politiche di incentivo. Con il risultato che chi abita molto lontano o non si muove o si affida al fato per l'odissea dello sfiancante viaggio sui mezzi pubblici che diventa ogni giorno da raccontare perché ti può accadere di tutto.

Che non si dica che è quello che l'Europa sceglie per contrastare l'inquinamento delle polveri sottili perché i diritti alla libertà sono garantiti dalla Costituzione italiana. Dovremmo realizzare una Carta dei diritti del cittadino che già paga le tasse, visto come l'amministrazione locale sembra essere passiva e immobile rispetto alle reali esigenze del popolo. Intanto, a Roma, i comitati per il No alla Ztl, hanno ripreso ad organizzare la loro mobilitazione prevista per il 29 ottobre perché questo è un tema molto caldo per chi vive nelle periferie e non solo.  

A Roma ci sono circa 1,8 milioni (tra automobili, motocicli e camion) di veicoli circolanti di cui 400 mila sono sotto l'euro 4. E oltre a tutte le spese che hanno per il rincaro del carburante, per le assicurazioni delle auto, fino al parcheggio si aggiungerà anche quello della ztl. Lo stesso vale per le altre città come Milano, dove a mio avviso, è esagerata la restrizione a cui si sottopongono i cittadini ma di certo non è grande come Roma e non ha il traffico della capitale.

Ma soprattutto forme di città così restrittive non funzionano. Non si può vivere in un ghetto con telecamere tutto il giorno e vessare il cittadino con pesanti costi sopraggiunti all'inflazione galoppante. Non è giusto limitare la libertà di poter studiare dall'altra parte della città o andare a fare una visita medica fuori zona. Non è possibile restringere le libertà delle persone al quartiere dove vivono quando i mezzi di trasporto sono fatiscenti.

Ora la questione è tra Comune e Regione a cui bisognerebbe dire: prima organizziamoci con efficienza e poi arriveremo alle ztl ma non si parte dal contrario. Non si può andare avanti con deroghe e rimandando le decisioni rimbalzando il problema ci vuole un ampio progetto condiviso  a favore del cittadino, non contro! Vorrei che i sindaci andassero in giro per la città, nelle zone di periferiche e capire quello di cui i cittadini hanno bisogno e non stare chiusi nelle loro stanze  a fare provvedimenti che rendono impossibile la vita dei cittadini.   La libertà delle persone viene prima di qualsiasi altra cosa e senza una giusta considerazione del cittadino il varco da evitare, a quel punto, sarà quello del disastro elettorale. Un concreto passo indietro è d'obbligo.

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